Volta la carta

PREMI PER ADDETTI AI LAVORI – QUESTO E’ IL NOSTRO COMPENSO

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Sfrutto l’opportunità di poter conoscere chiacchiere da spogliatoio anche al di fuori delle nostre squadre asolane, per condividere un’ennesima soddisfazione e per fare qualche considerazione.

Me ne dà lo spunto una recente conversazione tra due nostri ex giocatori: uno solo per qualche mese, l’altro per una vita di pallone, tuttora nostro collaboratore, attualmente compagni di squadra; tralascerò i nomi delle persone interessate, per rispettare la riservatezza.

Il primo si è trovato a confidare molto schiettamente al secondo di essersi pentito per aver a suo tempo deciso di lasciare l’A.C. Asola a metà di un campionato, attratto da un “rimborso spese” maggiore, che una società bresciana gli offriva.

Le sue successive esperienze l’hanno tuttavia messo nella posizione di fare dei confronti e di considerare la nostra società come – cito testualmente – “seria”, “ben organizzata”, con dei “validi collaboratori” e un presidente “gentiluomo”, che si è comportato con lui in “modo impeccabile”.

Sul fatto che una società dilettantistica offra ad un ragazzo, ma anche ad un padre di famiglia, che si “diletta” a giocare a pallone, un “rimborso spese” – ma quali spese? – equivalente a poco meno della retribuzione di un’operaia del settore tessile artigiano o all’importo di cassa integrazione di un operaio metalmeccanico, ci sarebbe da discutere a lungo; nonostante i miei vent’anni di attività di dirigente sportivo, questo è un concetto che non ho ancora ben elaborato.

Per gli istruttori-educatori il discorso è differente, mentre per i dirigenti non se ne parla nemmeno.

Tornando comunque all’argomento, certamente ad Asola potremmo fare di più e meglio – “tanto con poco”, per ricordare le parole di un nostro tecnico, che abbiamo avuto con noi per qualche anno – ma le nostre potenzialità, che non sono finanziarie, ma ben più preziose, assieme a idee e progetti sono state e sono ancora a volte frenate dal timore di sconfinare nel professionismo e da un mite atteggiamento, che può spingere a “non esagerare”, senza tener conto che si tratterebbe solo di assecondare le nostre capacità di buoni dilettanti.

Tutte queste considerazioni non possono far parte degli elementi a disposizione del giocatore che accosti diversi momenti della propria pur importante esperienza con le diverse maglie e quindi incassiamo con soddisfazione ancora questo apprezzamento come tale e tutti noi ce prendiamo senza falsa modestia una fetta di merito.

E’ un punto di orgoglio continuare a lavorare ad alto livello, tanto con la prima squadra, quanto con il nostro settore giovanile, nonostante i frequenti scossoni assestati all’equilibrio dei campionati e al “mercato” dei giocatori – anche se tra dilettanti non sarebbe il termine più adeguato – da società che reclutano atleti e istruttori, ostentando promesse di compensi, non sempre onorate oltre qualche mese, quando va bene, o che alternano annate da faraoni a momenti da rasentare la scomparsa dal panorama calcistico.

Il fatto che non ci siano istruttori, collaboratori e giocatori che possano vantare nei nostri confronti diritti di natura economica e che le nostre risorse siano cronicamente ridotte all’osso, in rapporto ai risultati raggiunti e inseguiti, ci fa sentire in netta posizione di superiorità nei confronti di società che sopravvivono di uno sponsor principale, che magari non si nega ingerenze nella gestione, o dove un presidente-padrone fatalmente possa determinare la buona o cattiva sorte della società, in dipendenza dalla sua fortuna di imprenditore.

Non sarà comodo, ma non essere in quelle situazioni ci dà sempre la certezza di poter pensare anche ad una prossima stagione.

Quest’anno personalmente non rinuncerei alla sfida di continuare la faticosa ricerca di una zona tranquilla della classifica, con il nostro allenatore Michele Gussago e grazie anche al nostro miglior marcatore della stagione, Daniele Sorrentino, giovane nato e cresciuto con i colori biancorossi, piuttosto che azzardare ad avere vita più facile con esperti giramondo, spesso corpi estranei in un gruppo, più attaccati al portafogli e alle proprie statistiche, che alla maglia.

Grazie ancora a tutti coloro – veramente tanti – che possono e vogliono darci atto della correttezza, della stima e della riconoscenza che riserviamo a chi lavora ed ha lavorato per i nostri colori: esistiamo da più di un secolo, si tratta della nostra immagine.

 


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