Volta la carta

CIN-CIN

cincin

cincin

Chi mi conosce sa quanta importanza io abbia sempre attribuito alla parola, non mi importa se scritta o pronunciata e comunque meglio urlata, che bisbigliata.

Oggi però voglio sottolineare un silenzio e per farlo vi porto idealmente alla cena di fine anno dell’A.C. Asola, a serata inoltrata, dopo le parole dell’allenatore della nostra prima squadra, mister Mauro Franzini.

Quei tre minuti di silenzio tutti noi non li abbiamo sentiti, li abbiamo proprio ascoltati, segno inequivocabile che anche il più impermeabile alla riflessione, forse non ha potuto fare a meno di abbandonarsi a qualche considerazione.

 

Un allenatore che, giunto al quinto anno consecutivo alla guida di una squadra raccolta in prima categoria, portata di corsa fino all’eccellenza attraverso la vittoria di due campionati consecutivi e una Coppa Lombardia, dopo aver lottato per una meritata salvezza, reduce da una retrocessione con ogni attenuante e ora saldamente al secondo posto, pronto per risalire, dichiari di aver “sposato” l’A.C. Asola e affermi che lavorare con chi non è in sintonia con il “sistema Asola” è una perdita di tempo, può sembrare quanto meno inverosimile, ma questo è ciò che è successo e questi argomenti hanno meritato i tre minuti di silenzio che, rapportati ad una cena di una società sportiva, risultano più significativi degli undici minuti di applausi alla prima della Scala.

 

Inquadrando il personaggio tra i soggetti intemperanti, autoritari e incontentabili, solo per citare i frequenti giudizi più generosi, le sue parole di scuse a tutti per gli episodi ad alta tensione che l’hanno visto protagonista, a volte conseguenza di ben altri silenzi, dovrebbero essere suonate come un promemoria a beneficio di chi ha magari perso di vista, anche solo per un momento, di essere al servizio della società e di avere la responsabilità, da tecnico o da dirigente, di una squadra che è parte della società, una parte che gli è stata affidata assieme ad un'attestazione di stima e fiducia, ma sempre all’interno di un progetto sociale, mai individuale.

 

Sono più che convinto che Mauro Franzini non sia ad Asola né per denaro, le sue parole “tanto con poco” potrebbero ormai essere il nostro motto, né per la categoria, penso che avrebbe potuto trovarne una superiore, e che sia quindi possibile che abbia proprio “sposato” l’A.C. Asola: che però ciò sia vero o meno, spero comunque che quel silenzioso coro di tre minuti equivalga alla conferma di conoscere bene la lezione, da parte di chi ha sempre lavorato per la società, o di averla capita, da parte di chi magari ha più difficoltà a sentirsene un elemento.

 

Dopo tre minuti riprendono le chiacchiere, i normali rumori di sottofondo delle tavolate, le risate, il cin-cin di bicchieri e lo scambio di auguri.

Da parte mia, comunque stiano le cose, grazie per la lezione.

 

Buone Feste a tutti e che il 2016 sia un anno di armonia, collaborazione, buona volontà  ed entusiasmo: ci sono tutti i presupposti!

 


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