L’argomento dovrebbe essere piuttosto familiare per chiunque si interessi di Sport: un’olimpiade particolare, assegnata alla Germania quando ancora era una democrazia, ma che poi si svolse in un clima surreale, con il più feroce dittatore che la storia ricordi in tribuna d’onore, il suo stato maggiore impegnato a coadiuvarne l’organizzazione e la coreografia di propaganda che accompagnerà ogni dittatura del ventesimo secolo.
Un’olimpiade contrassegnata da nuove tecnologie per la prima volta presenti a quel livello nelle gare sportive, dal cronometraggio sofisticato per l’epoca, alle riprese dirette da una grande artista come Leni Riefenstahl, ma pur sempre un’olimpiade, forse la prima moderna secondo i nostri canoni, i cui dati, filmati, record, nomi ci sono generalmente noti o sono facilmente reperibili.
Possiamo ascoltare e leggere mille racconti sulle Olimpiadi di Berlino e alla fine si assomiglieranno un po’ tutti.
Veramente si assomiglieranno un po’ tutti? No, questa sera ne ho avuto la prova.
Quando ci si mette Federico Buffa, non c’è più nulla di scontato e ogni notizia letta e riletta nel tempo, viene presentata in maniera assolutamente originale, incastonata in una costruzione che ci apre panorami inattesi.
La cornice era degna dello spettacolo e dell’autore, il Teatro Sociale di Mantova, il pubblico competente e appagato: la manifestazione, il Festivaletteratura, era la giusta collocazione di un personaggio che faccio fatica ad etichettare.
Giornalista sportivo? Bardo? Scrittore? Esperto musicale? Cinefilo? Storico? Attore?
Meglio non provarci, qualunque definizione sarebbe riduttiva.
Difficile rendere l’idea della serata, per comprendere è indispensabile assistere a questa sua prima opera teatrale, anche se ciascuna delle puntate di “Federico Buffa racconta” potrebbe essere un’opera teatrale: i testi, le musiche, le fotografie, i filmati, la voce; non manca niente.
Ma tanto è inutile, o si sa di cosa sto parlando, o a nulla valgono le parole.
Le tappe di questa sera, con il pretesto delle Olimpiadi del 1936, ci hanno fatto incontrare Rainer Maria Rilke, Wolfgang Goethe, Marlene Dietrich, Albert Speer, Adolf Hitler, James Naismith, James Cleveland (Jesse) Owens e naturalmente altri atleti olimpionici, presentato temi come le leggi razziali, l’apartheid, la storia della Corea e nel percorso siamo stati accompagnati da filmati e musiche anche dal vivo: naturalmente Lili Marlene e Ich bin die fesche Lola, ma anche Moonlight Serenade e Over the Rainbow e tante altre.
Bene, questa “due giorni” di Buffa si è aperta nel migliore dei modi; domani, sempre in ambito Festivaletteratura, nel Palazzo San Sebastiano ci sarà ancora “La corsa del Caballo” e ospite di Federico Buffa sarà un gigante della storia dell’atletica: il due volte oro olimpico a Montreal, Alberto Juantorena.
Peccato per chi non ci sarà anche questa volta.