Volta la carta

IL NOSTRO CALCIO QUI E IN EUROPA

Paolucci foto

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Quando l’amico di vecchia data Paolo Balbi mi ha contattato chiedendomi un pezzo da pubblicare, ero dubbioso e, fattoglielo notare, lui ha riso divertito. La mia preoccupazione è la poca diplomazia che ho sempre avuto nell’affrontare argomenti riguardanti il Calcio italiano e quello triestino in particolare.

Da quattro anni ho abbandonato il Calcio italiano andandomene per tre anni nella Serie D austriaca e quest’anno nella Serie C tedesca. Dal prossimo luglio entrerò in Federazione in Austria nello staff tecnico dell’Under 19 avendo conseguito la Licenza Uefa A.

Le differenze fra il Calcio italiano e quello di oltralpe sono notevoli. Per chi non conosce il Calcio triestino posso dire che sono vent’anni che ci sono quasi sempre gli stessi presidenti e gli stessi allenatori e questi ultimi tante volte portano sponsor per poter allenare, i meriti e le capacità non vengono presi in considerazione, tutto è basato sulle entrate nelle casse societarie! C’è un “mercimonio” sui giovani che è pazzesco. Gli under: quando giocavo io tanti anni fa se eri bravo giocavi, non entravi in campo per forza perché sei un under. Tante società con un settore giovanile inesistente al momento del salto di categoria nel campionato di Promozione, sono costrette a svenarsi per prendere in prestito alcuni ragazzi da utilizzare come under.

Lo scorso anno in Austria ho rivoluzionato una squadra che era arrivata al 4° posto, inserendo nella rosa dei titolari ragazzi di 17 anni, la nostra età media era di 19 anni. Non abbiamo ripetuto l’ottima annata precedente, ma abbiamo fatto crescere tanti ragazzi. La nostra squadra Juniores l’abbiamo iscritta all’ultima categoria dei Dilettanti, facendo confrontare i ragazzi con giocatori più esperti, più cattivi, con più personalità, ma dopo le prime sonore sconfitte, i ragazzi sono cresciuti e si sono comportati dignitosamente, regalandoci molte soddisfazioni.

In Austria molte squadre non fanno versare nessuna quota per il settore giovanile, mentre in Italia le società si fanno la guerra “depredando” le società più piccole per poter avere più quote da incamerare. Non so quanto si paghi in Lombardia, ma a Trieste la quota minima si aggira sui 400 € l’anno. In Austria è zero e forniamo anche l’abbigliamento tecnico gratuitamente. Addirittura essendoci squadre di piccoli borghi iscritte ai campionati giovanissimi e allievi, qualche paese si unisce con un altro per fare una squadra, senza prevaricazioni, invidie e gelosie.

Molto probabilmente questo avviene per il diverso modo di tassazione e di contribuzione. Oltralpe, se uno sponsor vuol dare 50mila euro ad una società, scarica dalle tasse l’intera somma mentre in Italia no. Ciò comporta una diversa suddivisione dei proventi fra prima squadra e settore giovanile. Noi avevamo una cinquantina di piccoli sponsor, oltre ai 5 più grandi, che esponevano i loro cartelloni presso il nostro Stadio (premetto che un contratto di sponsorizzazione con noi ha una durata minima di tre anni, non accettiamo un cartellone pubblicitario per un anno). Tutte le attività vengono pianificate, organizzate e scelte.

I costi di gestione oltretutto sono minori, i costi di iscrizione ai campionati, così come ad esempio i costi per i corsi di allenatore. Da quello che so in Italia un patentino Uefa B costa circa 800 €, in Austria costa 450 €. Un patentino Uefa A in Austria costa circa 800 €, in Italia credo almeno il doppio.

Capitolo premi preparazione: assurdo quando si vedono tante piccole società, che con mille sacrifici fanno fare sport ai ragazzini, depredate da società più grandi al momento del passaggio dagli Esordienti ai Giovanissimi, in modo da non pagare poi il cosiddetto premio preparazione. In Austria non esiste, a meno che non si vada in una società professionistica, che riconosce alla piccola società un rimborso per il ragazzino, rimborso che può essere fatto anche con materiale tecnico o migliorie all’impianto della piccola società.

Serietà dei ragazzi, sempre presenti agli allenamenti, educati e disponibili alle attività extra-calcio delle società. L’ultimo anno che ho lavorato in Italia avevamo una presenza media agli allenamenti di una decina di ragazzi!!! Indecente. 

Arbitri: in Austria c’è dialogo con il settore arbitrale e le terne. A fine partita non c’è alcun problema nel chiedere spiegazioni su qualche decisione presa durante il match. Non sono permalosi o prime donne. D’altro canto l’arbitro migliore è quello che in campo si fa notare poco. Personalmente in quattro anni che sono via non ho preso nessun richiamo, nessuna ammonizione, nessuna espulsione e nessuna squalifica. Quando ero in Italia ne ho subite di espulsioni e di deferimenti…

Ho notato subito che un allenatore, un dirigente, un atleta fa carriera per meriti e non per raccomandazione e/o conoscenze.

Per i settori giovanili è anche peggio: ma come fai a dare una compagine di piccoli atleti ad un pensionato o all’amico che lo fa per diletto? Ma cosa insegna ai giovani virgulti? In Italia c’è l’obbligo dell’allenatore con patentino per le prime squadre, io al contrario l’obbligo lo metterei nel settore scolastico, è lì che si fanno i danni maggiori. Ma questo vale anche per i Dirigenti, ma perché non istituire un Albo come per gli Allenatori? In Austria l’obbligo del patentino c’è dalla IV Serie in su, per il settore Dilettanti non c’è obbligo, ma devi comunque partecipare ad un Corso che equiparerei al nostro vecchio Coni-Figc.

Certo, lo so, i costi. In Italia ci sarebbe bisogno di una riforma sul Calcio dilettantistico, che poi a volte di dilettantistico ha poco o nulla, visti i “rimborsi spese” che vengono elargiti ai giocatori. O meglio, ci sarebbe bisogno di una riforma su tutti i campionati calcistici, dalla Serie A fino alla Terza Categoria. Ma come si pretende di catalogare come professionisti gli atleti di Lega Pro che in qualche caso prendono meno dei colleghi dilettanti? Atleti che pur di giocare si accontentano di firmare contratti a 1500 euro al mese, professionisti!!! Un ritorno alle tre suddivisioni, Professionisti, Semipro e Dilettanti sarebbe la cosa migliore. Non può una società dilettantistica fallire con 450mila euro di debiti (caso successo a Trieste con una gloriosa società circa sei anni fa!!!) la Federazione dovrebbe controllare i conti anche nel settore Dilettanti, è inconcepibile una cosa del genere.

Cari Amici, le problematiche sono tante ed in poche righe, anche per non tediare i lettori, le abbiamo appena accennate. Ci sarebbero degli argomenti da sviluppare ma sono a vostra completa disposizione per ampliare qualsiasi tipo di argomentazione.


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