Vi è capitato di leggere del calcio brasiliano?
Un autore, un titolo, una notizia vi hanno lasciato qualche interrogativo, qualche curiosità da soddisfare?
Bene, Futebol tratta dell’argomento in maniera talmente vasta, da riuscire probabilmente ad integrare tutto quanto abbiate letto in precedenza: sia chiaro, può integrarlo, non sostituirlo.
In Brasile il calcio è onnipresente, non vi è attività dell’uomo o dello stato che non sia affiancata o connessa al calcio, o che non ne venga scandita, quando non gli sia addirittura subordinata.
Per averne una visione d’insieme, senza entrare nei particolari, è indispensabile considerare la storia, la politica, l’economia, il costume, la cronaca, il clima, la filosofia, la musica, la religione, l’antropologia…: per ognuno di questi spunti troviamo un perché della nascita, dell’evoluzione e dello stato attuale del calcio in Brasile.
Alex Bellos, giornalista inglese appassionato e competente di calcio sudamericano, ci presenta la sua analisi a 360° e ce la rende accessibile, perché scritta dal punto di vista di un europeo, che non dà per scontate molte cose che per un brasiliano invece lo sarebbero.
Curiose notizie come il calcio con i bottoni, il torneo dell’Amazzonia, il car-futebol, il carnevale, si alternano alle partite che sono rimaste nella storia, come le finali di Coppa del Mondo disputate dalla nazionale, le figure un po’ mitiche, un po’ patetiche come Garrincha, la Democracia Corinthiana, e cenni sulla situazione economico-politica nei momenti determinanti della storia brasiliana.
Devo dirlo? E’ Samba dalla prima all’ultima pagina…
“…Considerando che l’Amazonas è grande tre volte la Francia e che lì ci si muove soprattutto in barca, il torneo delle municipalità esprime nel modo migliore fino a che punto i brasiliani si possono spingere pur di giocare a calcio. Gli arbitri residenti a Manaus spendono delle intere settimane a risalire i fiumi recandosi alle partite…”
“…Fra il 1971 e il 2001 il formato della serie A brasiliana cambiò ogni anno. Alcuni anni erano più eccentrici di altri. Nel 1974, fra i criteri per le qualificazioni, rientrava la somma di denaro raccolta con la vendita dei biglietti…”
“Quando Chico Buarque canta «Sotto l’equatore non ci sono peccati», fa una allusione geografica ma al contempo anatomica. L’ancheggiare della samba, l’oscillare della capoeira e le finte del calcio denotano in ugual misura uno stile nazionale…”
A.C. Asola A.S.D.