Spero fortemente che questa mia sia solo l'ennesima recensione del libro e che altri ne abbiano scritte di molto migliori, tuttavia vorrei che la mia proposta questa volta potesse trovare comunque uno spazio privilegiato nella vostra curiosità, alla quale una volta tanto faccio appello; quanto invece alla mia, è stata la molla che ha avuto il casuale merito di farmi leggere questo libro.
Il mio approccio ad un libro è in genere piuttosto metodico: l’autore, l’argomento, la copertina, la veste editoriale, il consiglio di un amico, insomma, le stesse cose che immagino valgano un po’ per tutti.
In questo caso le prime tracce sono state:
- la prefazione, scritta da Roberto Boninsegna
- il titolo, al quale è difficile rimanere indifferenti
- la foto di copertina, un giovane atleta fermato da uno scatto in piena corsa
- la sua espressione, quella di uno qualunque dei ragazzi delle nostre squadre juniores
Più avanti ho visto che l’autore è un mantovano, ex calciatore e con il solito test su una pagina a caso ho verificato che la scrittura suggerisse dimestichezza con grammatica, sintassi e interpunzione - sono nicchie che sopravvivono persino nel mondo del calcio, ma d’altra parte Marco Sguaitzer si è formato al Liceo Belfiore di Mantova.
Tutti questi elementi, per lo più banali, sono però stati più che sufficienti per decidere di acquistare “Senza Limite Alcuno”; successivamente la mia ignoranza mi ha regalato la sorpresa di scoprire la persona e la storia.
Premetto che, se pur scritto da un ex giocatore che ha militato nelle file di un Mantova in salute e che ha rifiutato l’Inter per una scelta di vita, si tratta di un libro che si discosta del tutto dal filo conduttore che lega le proposte di questa rubrica, ma nel nostro scaffale va ad occupare un posto vacante in prima fila.
Marco Sguaitzer ha fatto centro al suo esordio in libreria e sa offrirci la sua gioia di vivere, l’energia che alimenta la sua lotta, la profondità con cui affronta gli argomenti più difficili, la leggerezza che gli fa vivere così intensamente non una, ma forse cento vite, e la speranza che è la sua seconda compagna - come direbbe Marco, la prima la scoprirete solo vivendo.
Di più non vi dico, potrei guastare l'armonia di qualche momento.
Buona lettura e un solo suggerimento: non fatevi sopraffare dalle pagine e non divoratele, vanno centellinate e accompagnate da qualche riflessione personale, che verrà naturale per ognuno di voi.
Tango, Samba o Beat?
Il Tango di qualche pagina drammatica con la ballerina più seducente, la Samba dell’allegria degli amici di sempre e il Beat che dà il ritmo alla vita.
A.C. Asola A.S.D.