Tango, Samba e Beat: pagine scelte

LA LIBERTA' E' UN COLPO DI TACCO di Riccardo Lorenzetti

la libertà è un colpo di tacco

la libertà è un colpo di tacco
Riccardo Lorenzetti non è propriamente un esordiente, nonostante la giovane età può vantare una lunga storia di giornalismo tra carta stampata, radio e televisione e anche nelle librerie è alla sua seconda uscita, dopo ”L’anno che si vide il Mondiale al maxischermo”, che mi riprometto di presentarvi prossimamente, è di questo mese la pubblicazione di “La libertà è un colpo di tacco”.

Un'altra proposta di un libro appena dato alle stampe, per accontentare chi è poco propenso alla ricerca di libri datati o poco fortunato nel rintracciarli.
Una garanzia sufficiente per leggerlo: Federico Buffa ci offre nella prefazione una personale e condivisibile considerazione sulle idee, da leggere con attenzione.
Come è consuetudine nella rubrica, anche in questo caso si tratta di un libro che fa pensare e che fa sognare.
Una prima parte decisamente anomala agli occhi di chi trova che il calcio possa essere un insieme impermeabile alle vicende della cronaca e della storia: attraverso le alterne fortune di un giornale si legge il Brasile a cavallo degli anni ’70 e ’80, tra la dittatura militare e le prime elezioni democratiche, società, politica, diritto di espressione, argomenti spesso considerati con sospetto e da lontano dai malati del nostro gioco, ma che sono indispensabili a inquadrare quella Democracia Corinthiana, che rappresenta tutt’ora l’unico caso di assoluto rispetto per la persona in seno ad una società di calcio e durante la quale non mancarono il conforto della presenza di fior di campioni di livello mondiale e le conquiste di importanti trofei.

Protagonista della seconda parte, il Capitano del Corinthians e della nazionale brasiliana: o Dotour, Sócrates  Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, nelle cronache sportive solo Sócrates.
Laureato in medicina, campione tra i campioni, Sócrates fu l’artefice della creazione di quel felice, miracoloso equilibrio che tra il 1982 ed il 1984 segnò la storia del gioco, e rappresentò un efficace e precoce nocciolo di resistenza al governo totalitario brasiliano, coinvolgendo via via calciatori, dirigenti, tecnici, organi di stampa e opinione pubblica.
Le decisioni del Corinthians, fossero tecniche o amministrative, venivano prese dopo discussione e votazione: calciatori, dirigenti, tecnici, magazzinieri e collaboratori si riunivano, ogni testa contava un voto e le decisioni erano assolutamente rispettate da tutti.
Certo, un sistema che ha purtroppo dell’utopistico, da noi e al momento sarebbe incompatibile con gli appetiti di atleti, dirigenti, consulenti, mediatori e operatori commerciali di ogni sorta, che attingono al baraccone e adatto invece a persone preparate, mature, sincere e in buona fede, ma che è stato reale ed è risultato vincente: nella storia Sócrates e la Democracia Corinthiana a trent’anni di distanza di tempo si sono già ritagliati il proprio spazio e resisteranno alle mode e alle crisi.
Per non spaventare nessuno, vi anticipo che non mancano le pagine di calcio giocato, di derby, di finali e di reti, naturalmente il tutto al livello della miglior qualità brasiliana.
Occorre dirlo? Samba in ogni pagina, drammatica o gioiosa, ma Samba.

“…Che nelle dittature funziona così, e Gabriel ormai l’aveva capito bene: piazzare lo stupido in quei posti dove si ha a che fare con le idee e con la libertà. E’ una tattica sottile. Deve esserci gente impermeabile al pensiero, con una scorza durissima. Individui refrattari ad orni forma di riflessione. Giusto per scoraggiare in partenza e far capire che non ne vale la pena, che si è dentro un vicolo cieco…”

“…Poi, un bel giorno, arrivò Sócrates. E che quell’uomo avrebbe cambiato la storia, non ci volle molto a capirlo…”

“…L’inviato non sembrò molto convinto: «In Europa si pensa che certe decisioni non debbano spettare ai calciatori».
Il campione lo interruppe: «La democrazia consiste nello scegliere. Scegliere tra una cosa piuttosto che un’altra, e questo comporta autocontrollo, intelligenza e sensibilità. Tutte cose alle quali i brasiliani non sono più abituati, evidentemente… »… “

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