Proporre l'opera prima di un giovane scrittore è sempre un piacere particolare: Leonardo Piva, giornalista della Gazzetta di Mantova e collaboratore della Gazzetta dello Sport, ha presentato il suo libro “The Goal - Le vie dello sport sono infinite” un paio di settimane fa nella più grande libreria di Mantova.
Incontrare di persona l’autore del libro e tre dei grandi personaggi di sport radiografati nelle pagine di “The Goal”, mi ha dato tante conferme, quanti sono gli spunti di approfondimento, per il quale ho trovato immediata prospettiva di collaborazione presso ognuno di essi.
Sia Leonardo Piva, infatti, che Andrea Anastasi, Ivan Jurić e Alberto Morea - pallavolo, calcio e pallacanestro - hanno accettato con grande disponibilità la mia richiesta/sfida a “donare” qualcosa di personale in tema di sport dilettantistico all’interno dei progetti che stiamo sviluppando nel sito dell’A.C. Asola: il primo passo è l’inserimento di questa proposta di lettura nella nostra rubrica.
Come è nei nostri principi, in queste rubriche non trovano spazio le iniziative commerciali, ma non posso tacere che dal giorno della sua presentazione il libro è primo nelle vendite della libreria cittadina: non credo che si possano essere sbagliati tutti coloro che l’hanno acquistato, almeno qualcuno di essi avrà trovato dei motivi più che validi per farlo.
Posso parlare per me: mi è piaciuta la veste editoriale - l’editore Sometti non sbaglia un’uscita - mi è piaciuta la copertina, mi è piaciuto il titolo, mi è piaciuta l’introduzione - assolutamente in sintonia con gli obiettivi che ci siamo posti ad Asola - mi è piaciuta la scelta dei testimoni, ma soprattutto mi è piaciuta l’impostazione dell’opera, in forma di intervista, con le stesse domande, anche pungenti, poste a grandi uomini di sport, calati quasi in un contraddittorio, che hanno risposto pubblicamente con la schiettezza di chi non ha bisogno di ingraziarsi il favore di un presidente, di un proprietario o di una platea e si è con merito conquistato una posizione di indipendenza professionale.
Come hanno fatto di persona, senza copione di fronte alle domande in sede di presentazione, anche nelle pagine del libro gli intervistati illustrano le proprie idee non in un coro unanime, ma evidenziando posizioni diverse, sempre vincenti fino ai vertici mondiali, di professionisti dello sport di squadra, aperti al confronto e sempre pronti ad essere contaminati, riconoscendo la qualità e il genio dei colleghi, e individuando così una via - una delle infinite vie dello sport - fondamentale per migliorarsi: alla lettura le loro figure ne escono ancora vincenti e non solo nelle vesti di tecnici sul campo o sul parquet, ma soprattutto in quelle, ancora più importanti, di ambasciatori del comune spirito e della cultura sportiva.
Note dolenti: dal confronto si constata che al di fuori del calcio, l’attività sportiva praticata e organizzata da professionisti di fatto è sempre molto vicina al mondo del dilettantismo, cosa che nel calcio non avviene, quasi che non si voglia ammettere che senza i dilettanti, il mondo deiprofessionisti da milioni di euro – talvolta di debiti – non starebbe in piedi, il giocattolo si romperebbe all’istante.
Altra constatazione, questa purtroppo scontata, riguarda l’evidente l’arretratezza del gioco del calcio, quello nazionale in particolare, proprio quanto a cultura sportiva, che con mia grande soddisfazione anche Leonardo Piva è portato a chiamare semplicemente Cultura.
The Goal è un libro fresco, che confina e si integra con la cronaca del periodo attuale, che non presenta pause o cadute di ritmo e tiene alto l’interesse del lettore fino alla fine.
Tango, Samba o Beat?
Non è immediata la classificazione, ma per lo spirito sportivo primordiale, che sa molto di richiamo a sane origini, e per i tanti parallelismi con il mondo anglosassone, dico Beat.
"...Lo Special One ha brillantemente sintetizzato un sentimento prezioso e fondamentale: «Chi sa solo di calcio non sa nulla di calcio». Senza alcuno sforzo è possibile snaturarlo in un «Chi sa solo di sport non sa nulla di sport»…”
“…L’augurio è che questo libro possa viaggiare tra i ragazzi di zaino in zaino, che uno di questi possa avere anche il gusto di sottolineare le parti che preferisce o appuntarsi sul cellulare una frase importante da rileggere magari mentre lui stesso si avvia per andare a giocare una partita importante…”
“…Con la sincerità, fino al punto di far male. Voglio essere completamente sincero con i giocatori, e voglio che sappiano che non ho pregiudizi. Voglio affrontarli sempre così…”
“…Essere diretti è un’altra cosa importante, non c’è niente che fa imbestialire di più un giocatore quando capisce che non lo sei. E in passato ho fatto errori di questo tipo, mentre nell’essere diretto ho trovato enorme giovamento. Per me e per la squadra…”
“…Per superare la crisi, dobbiamo smetterla di considerare la furbizia una virtù e l’arrangiarsi un’arte: il perfezionismo deve battere il nostro pressappochismo radicato…”