Tango, Samba e Beat: pagine scelte

GARRINCHA. TRA DRIBBLING, POETI E ANGELI SMARRITI di Darwin Pastorin

Garrincha.jpegUna nuova collana, “Le Figurine”, di una nuova casa editrice, Garrincha Edizioni, inaugurata con una nuova perla di Darwin Pastorin: un personaggio del calcio per ognuna delle pubblicazioni, tutti personaggi che danno spunti a chi scrive e a chi legge, che vanno ben al di là dei trofei conquistati.

Dopo Garrincha ci sono Meroni, Cruijff, Socrates e altri che potrete scoprire leggendo i bei tascabili, accattivanti già a colpo d’occhio e dal formato unico.

Inevitabilmente Garrincha, all’anagrafe Manoel Francisco dos Santos, è sempre stato una figura molto presente nelle opere di Pastorin, dopo Ode per Mané, del 1996, in quest’ultima novità l’immagine dell’uomo, ancora più che del campione, conquista il lettore.

Cento pagine di poesia, alcune anche in versi, cosa insolita per l’autore, da leggere tutte d’un fiato per chiunque del calcio ami il lato romantico e l’epica, la storia e la personalità che si cela dietro ad un giocatore che ha vinto due mondiali con un Brasile di giocolieri, se non la più forte, certamente la più bella squadra di tutti i tempi da vedere.

Garrincha oggi sarebbe certamente marchiato come disadattato, duramente colpito da madre natura, inadatto alla pratica sportiva e reietto dalla società, ma in queste pagine possiamo riconoscergli un cuore grande e una sensibilità che gli è stata fatale: una creatura semplice, dal sorriso di un bambino, che per noi rimarrà per sempre la magia di una finta.


  

“Mi sarebbe piaciuto avere i tuoi occhi di bambino, occhi per vedere gli altri bambini correre. E tu che invochi un pallone. «Un pallone, per favore. » E gli altri bambini, camicie a brandelli, a dirti: «non puoi, Mané, non puoi. La tua gamba, Mané: devi rimanere seduto.» Ma tu, testardo, ti alzi barcollando e chiedi il pallone.”

 “Hai vent’anni e vuoi soltanto giocare a calcio. Non ti va di studiare, preferisci passare il tempo nella foresta a sentire il canto dei passerotti. Ti chiamano Garrincha, come un uccellino dell’Amazzonia.”

 “Eri l’innocenza, non hai mai smarrito il fanciullino dentro di te. Tu campione capace di leggere nel segreto delle nuvole e di camminare verso l’utopia.”

 È stato un eroe tragico, un asso fuori da ogni schema, un uomo che ha sempre confuso realtà e immaginazione. Fu un autentico rivoluzionario: sempre al fianco dei più deboli, dei disperati, degli affamati.”


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