Un vecchio libretto che sono riuscito a scovare di recente da Zuckerman, l’accogliente libreria antiquaria di Martina Trevisan, a Trieste; la firma di Darwin Pastorin è una garanzia e la foto di copertina è irresistibile.
Che si parli di Europeo, o di Mondiale, non importa e che il libro sia stato scritto più di vent’anni fa nemmeno.
A dire il vero, a differenza di vent’anni fa, ora il libro, tra titolo e copertina, correrebbe il rischio di destare le immediate rimostranze di chi ha il pronto impulso del censore, ma basterebbe conoscerne l’autore e, anche meglio, leggerlo, prima di commentare, per mettere in fuori gioco qualunque sbotto di accuse di sessismo, anche nella realtà di calciatrici professioniste.
Pubblicato nel giugno 1998, come supplemento a Diario della Settimana, un periodico di attualità e cultura, nella collana Taccuini e Storie, anticipava di una settimana l’inizio del Mondiale di Francia.
L’introduzione è di Enrico Deaglio, all’epoca anche direttore del settimanale.
I capitoli, magicamente undici, molti i punti di vista considerati: un po’ di tecnica, l’epica, la poesia, la convivialità domestica e tutto ciò che compone l’atmosfera che accompagna l’Italiano - e l’Italiana, ovviamente - durante un importante torneo internazionale di calcio.
Le firme prestigiose di Giovanni Giudici e Allan Bay si affiancano a Pastorin, che ci offre golosissime citazioni di Eduardo Galeano, Giovanni Arpino, Osvaldo Soriano: etica e leggerezza per deliziarci.
Insomma, proprio un manuale di sopravvivenza durante un mese di gare, che non perde di attualità: ottanta pagine di Samba regalate da Pastorin.
Buona lettura.
“La signora dopo dieci minuti di partita: Ma è solo il portiere che la può prendere con le mani? Mah… Ma perché non gli danno un po’ più di palloni, così non litigano?"
"La signora che aveva letto Freud: Questa storia del gol e della porta inviolata mi sa di simbolo fallico.”
“E qui troverete spunti utili: le grandi partite del passato, la ragione per cui il numero otto è spesso biondo e il numero sette gioca con i calzettoni bassi, il significato profondo di Italia-Germania del 1970 e di Italia-Brasile del 1982, la vita terribile e irripetibile di Mané Garrincha che ebbe il torto di innamorarsi della cantante Elsa Soares. E tanto altro. Tenete quindi a disposizione questo libretto.”
“Quello del portiere è il ruolo più poetico e letterario: dal Portiere Caduto alla Difesa di Umberto Saba, all’elettroinstallatore Joseph Bloch di Peter Handke che fu portiere di qualche fama, sino al tenero Go-gol di Jorge Amado”
“Mi chiamo Rosa Santoro e sono diventata tifosa di calcio il 17 giugno 1970, durante Italia-Germania 4-3. Sì, proprio quella partita che è una specie di leggenda: tanto che ci hanno fatto, così ho letto da qualche parte, addirittura un’opera teatrale e un film.
Io so soltanto che quella notte, quella magnifica notte, mi sono presa una bella rivincita,
Per me e per mio figlio Gaetano, che a quell’epoca lavorava in Germania, in una fabbrica che produceva metallo e dolore.”