Un nuovo appuntamento con uno scrittore che è naturalmente di casa in questa rubrica per due motivi principali: la sua cultura, in particolare nel campo del calcio, ci è preziosa e scrive come pochi autori sanno scrivere.
Questi sono in linea di massima le motivazioni che ci fanno leggere qualunque libro; il calcio, la nostra passione, la nostra formazione non fanno eccezione.
Il libro si presenta sullo scaffale con la semplicità e l’essenzialità del cartoncino grezzo e poroso e della grafica di copertina, come solo un prezioso contenuto si può permettere.
Il Darwin Pastorin di Gaetano Scirea Il Gentiluomo è quello che avevamo già potuto intravedere in Adesso abbracciami, Brasile; questo suo regalo è una rara parentesi di sensibilità nel panorama editoriale di propaganda del calcio, molto spesso aggressiva e vuota.
Chi si aspetta la solita, asettica biografia da ragioniere che si dedica a un calciatore famoso, rimarrà colpito quando, scorrendo i capitoli di questo libro, si troverà nel bel mezzo di un intimo monologo rivolto ad un amico - a tratti un fratello - secondo una formula tanto inconsueta, quanto personale, e pagina dopo pagina potrà sentire la voce dell’autore evocare ricordi comuni, che suscitano dolore e sorrisi, riprendere conversazioni lasciate in sospeso, fino a sfociare quasi in un commovente, affettuoso rimprovero a chi ha commesso la la colpa di non esserci più, privando i propri cari del piacere di un ultimo incontro.
E’ letteratura, è calcio, è profondità, è umanità e per l’atmosfera di dolce malinconia è una canzone di Carlos Jobim https://youtu.be/XTMueVbLlGM .
Buona lettura.
“Il Trap, Gaetano, non ti ha dimenticato. Una volta gli ho chiesto: Qual è stato il calciatore che ti ha dato le maggiori soddisfazioni? Mi ha risposto: Gaetano Scirea, perché era la perfezione in tutto.”
“Così ogni volta che gli chiedono del suo fratello di calcio e di vita Dino Zoff afferma: Mi manca il suo silenzio.”
“Poi. Poi ti accorgi che non può ancora finire. Che non finirà mai. Gaetano Scirea è entrato non solo nella leggenda del calcio, il nostro sport più popolare, ma è diventato un modo di dire, un personaggio letterario, un simbolo esistenziale.”
“Resterà per sempre quel suo sorriso sospeso tra timidezza e incredulità, quel suo muoversi in punta di piedi in un mondo di lupi; quel suo dare l’esempio, in ogni momento.”