Valerio Curcio, classe 1992, laureato in Lettere Moderne e specializzato in Giornalismo e Comunicazione Digitale all’Università La Sapienza di Roma, è un giornalista attento al fenomeno del calcio nei suoi diversi aspetti culturali, sociali, politici e alle storie vissute lontano dai riflettori dei campi di gioco.
Si può sapere tutto, basta volerlo, del Pasolini poeta, scrittore, giornalista e regista, uomo condiviso o censurato, ma comunque un autore riconosciuto di primo piano nel panorama culturale del ‘900 italiano.
Poco o niente affatto noto è l’aspetto del Pasolini sportivo, talmente vicino al nostro sport come dirigente e fondatore di società dilettantistiche di calcio e giocatore di buon livello egli stesso; questo libro ci racconta di quanto abbia dato al calcio nel corso della sua vita da tifoso rossoblù del Bologna, nella sua città natale, da calciatore di categoria e dirigente in Friuli, la terra materna, e da amatore in età matura, tra un film e l’altro e sempre anche durante il lavoro sulle scene, ovunque ci fosse un pallone e si potessero indossare gli scarpini.
Un libro su Pasolini, naturalmente è Tango.
“I ragazzini giocando al pallone non fanno altro che dire parolacce, con una violenza quasi oppressiva: ma ogni tanto esce, dalle loro bocche ridenti e tenere, una frase spiritosa, rapida come una saetta.”
“Il calcio che Pasolini ama raccontare è fatto piuttosto di corpi, corse, calci, polvere e sudore: non importa se si gioca con una palla sgonfia o in mezzo ai rifiuti, perché rimane calcio nella sua essenza primordiale, una sorta di linguaggio universale che permette di comunicare con i piedi e un pallone.”
“Reportage sul Dio è il titolo di un suo racconto su Il Giorno del 14 luglio 1963 in cui finge di commissionare a un giornalista senza pretese la storia di un giocatore di calcio che muove i primi passi nel successo.”
“Che lo sport (i circenses) sia oppio del popolo, si sa.
Perché ripeterlo se non c’è alternativa?
D’altra parte tale oppio è anche terapeutico.
Non credo che ci sia psicanalista che lo sconsiglierebbe."
“Vogliono da me unicamente giustificazioni culturali forse perché oggi la cultura è un ottimo alibi.
Mai che mi invitino a tenere una conferenza sul calcio, eppure sono ferratissimo.
Vedi, gli sportivi sono poco colti e gli uomini colti sono poco sportivi. Ma io sono un’eccezione.”