L’autore, Olivier Guez, è uno dei più grandi scrittori francesi contemporanei, formato nei più prestigiosi istituti di studi politici ed economici europei, collabora con testate come il New York Times e Le Monde; da sempre cultore del calcio brasiliano, nell’Elogio della finta ci racconta il Brasile di oggi e di ieri, prendendo spunto dai ritratti di artisti del pallone come Garrincha, Rivelino, Ronaldinho, Zico e Ronaldo.
Sono quelli che nella fortunata definizione di Pier Paolo Pasolini diventano “uomini elastici che vezzeggiano la palla come se danzassero con la donna più bella del mondo e non rinunciano mai a un calcio di poesia”.
La passione, il tifo, parallelamente alla società, alla politica e alla storia di una nazione che assomiglia molto ad un continente per la vastità del territorio e la diversità dei suoi abitanti: questi gli argomenti del libro, che è uno scorrevole servizio giornalistico, approfondito e originale.
Nel momento attuale, del calcio muscolare e atletico, potente e veloce, che fa poco innamorare dello spettacolo, i profili dei personaggi trattati fanno sorridere di piacere ed evidenziano il vuoto di fantasia e purezza fino all’ingenuità che hanno caratterizzato a lungo il calcio brasiliano, il migliore per antonomasia: non esiste miglior modo per ricordarlo e raccontarlo, che attraverso il concetto della finta.
Naturalmente è tutto samba.
“L’arte della finta, imparabile, geniale, anche inutile quando Garrincha, per golosità, si ferma, torna al centro o fa dietrofront per riprendere la sua diabolica esibizione, come un gattino che gioca con un gomitolo di lana.”
“Parte a destra. Lo sanno tutti, ma nessun difensore, ai tempi del suo apogeo, è mai riuscito a bloccare lo scricciolo, a neutralizzare il suo colpo di reni, fenomenale, le sue potentissime gambe svirgolate, due turboreattori, per impedirgli di decollare.”
“Il calcio brasiliano si apre definitivamente ai ceti popolari, in particolare ai neri, che trasformano lo sport britannico in futebol. Al passaggio aereo, il noioso kick and rush, subentrano irriverenza, improvvisazioni individuali, il joga bonito (il bel gioco), un calcio multicolore dove gli attaccanti usano le anche, la “cintura calda” del poeta Garcia Lorca, come ballerini di samba, roba mai vista”.
“…sulla spiaggia il Colorado do Leme affronta il Copacabana Praia Clube. Squadre di adolescenti fieri e ribelli, di duri, studenti di liceo o ambulanti abusivi…”