Studio e Sport Insieme

Claudio Scolini: Dante, Lucrezio, la serie A1 e un Campionato Mondiale

Provate a pensare a qual è la persona che conoscete da più tempo, con la quale avete ancora dei contatti, parenti esclusi.
Scavando nella memoria, io ho concluso che è il mio compagno delle elementari e anche dell'ultimo anno del Liceo Classico: Claudio Scolini.
Ci siamo con piacere ritrovati di recente ad una cena tra compagni di quell'anno e tra una chiacchiera e l'altra, con la mia solita faccia tosta, gli ho fatto "un'offerta che non si può rifiutare".
E quindi eccolo qui, ad aprire questa nuova importante rubrica sulla facilità di conciliare studio e sport fino ai massimi livelli.
Quell'ultimo anno a me sembrava normale andare al Palazzetto dello Sport a vedere il mio compagno di banco, che era il play maker della squadra di Serie A1, e il giorno dopo affrontare insieme a lui una traduzione di greco: mi piace pensare che anche tra i nostri ragazzi e nelle loro famiglie possa valere il concetto di studio e sport insieme, sempre a beneficio l'uno dell'altro.
Grazie, Claudio. 
Paolo Balbi

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SCOLINI MONDIALE

La mia storia personale è stata certamente influenzata dai miei genitori appassionati di sport e di conoscenza.
Così il tempo fuggente della mia infanzia e della mia
adolescenza è stato riempito di studio e di ore dedicate alle attività motorie prima e al calcio, all’atletica, alla pallavolo, alla pallacanestro poi.
La mia indole mi spingeva a impegnarmi nella scuola e nello sport per raccogliere i massimi risultati possibili. Negli studi il mio apprendimento era veloce e gratificante, tanto che mi bastava poco tempo per “fare” i compiti assegnati per casa e studiare le materie insegnate. Allo sport e al gioco erano dedicate quasi tutte le mie energie.

Nello sport in generale il mio grande sogno era di partecipare alle Olimpiadi, per me fantastico evento di maggior rassegna sportiva a livello mondiale.
Le parole che risuonavano nel mio allegro animo sportivo erano quelle di de Coubertin: “L’importante è partecipare non vincere”. I valori legati al rispetto dell’avversario, al dilettantismo, alla lealtà sportiva e alla fratellanza degli uomini erano radicati e lo sono tuttora nel mio sentire.
Certo è che con il passare degli anni la perseveranza, l’impegno  la passione per lo sport hanno fatto sì che, dopo una mia prima decisione di preferire la pallacanestro al calcio, ho raggiunto buoni livelli di agonismo, tali permettermi di partecipare a 8 annate di  attività professionistica nelle maggiori serie nazionali e di poter fregiarmi del titolo di azzurro d’Italia, avendo partecipato nel 1980 ai campionati mondiali militari negli Stati Uniti.
E la scuola? Lo studio?
Beh, devo ammettere che l’attività agonistica, se non si hanno dei punti fermi familiari, rischia di allontanare dal percorso formativo degli studi.

Per quanto mi riguarda ho portato a termine il liceo e successivamente ho continuato a leggere, informarmi, studiare per poter comprendere e conoscere ancor di più.

Ad un’età in cui certamente non è comune la scelta di abbandonare lo sport a livello agonistico, ho deciso di entrare nel mondo del lavoro, mettendo a frutto tutto il mio bagaglio di conoscenza maturato  negli anni di studio. Il risultato per me è stato significativo e di grande soddisfazione anche economica.
La mia esperienza maturata negli anni mi rende ancora più convinto che lo sport e lo studio debbano andare di pari passo e con l’impegno per ottenere  i migliori risultati possibili in ambedue le attività con una sola certezza: la ricerca della miglior prestazione possibile nello sport si esaurisce con il trascorrere del tempo e della capacità legate al proprio corpo, mentre la miglior prestazione nello studio non si esaurisce mai finché si ha voglia di “fare” e passione per la conoscenza.

 


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