da "Nella valigia dell'allenatore" III edizione
L’appuntamento è di quelli da non perdere.
Sportivi e non solo appassionati di calcio, tutti riuniti a Trieste nel salotto della splendida piazza dell’Unità d’Italia, nell’attesa che ancora una volta la storia si compia e che della storia ci si possa nutrire.
E’ giovedì 23 luglio, l’anno il 2009. Sono scoccate da poco le ore 21, eccolo arrivare, con il suo cappotto e cappello dei tempi del Padova Calcio, il giornale infilato in tasca, l’ospite di casa, il Paròn, Nereo Rocco.
E’ solo un poster, un po’ defilato, una gigantografia in bianco e nero d’altri tempi. Ma che tempi! Pare di sentirlo, il Paròn, con il suo fare schivo, rivolto alla nutrita platea, mentre esclama, quasi a volersi schernire, “ciò, muli, cossa fèmo tuti qua”? “Sèmo qua per ti!”, gli fa eco dal palco un affabile Gigi Garanzini – l’autore della biografia aggiornata a distanza di quasi trent’anni dalla scomparsa - che quasi in punta di piedi accompagna la serata mentre Gianni, Pierino, Gigi, Franco, Enzo e Massimo si stringono attorno ai ricordi che hanno condiviso con te.
Quei fortunati che hanno accolto l’invito e si sono soffermati, anche solo per pochi minuti, nel sentire tratteggiare, come in una poesia, la figura e il ruolo ricoperto per i suoi ragazzi e per il mondo del calcio dal “Signor” Rocco - come lo sottolineava con un filo di voce un visibilmente emozionato Gigi Simoni - avranno sentito sulla pelle questa sensazione di presenza e di sconcertante assenza al tempo stesso.
No, Paròn, noi non cadremo però nell’errore di ricordarti solo per le coppe e gli scudetti, le battute e aneddoti che tutti conoscono e ripetono a memoria e pensano “colorite” dal rosso o dal bianchetto d’annata. Sei un personaggio di altri tempi, è vero, ma comunque una persona di tutti i tempi, perché la semplicità e l’umanità non hanno tempo.
Come staresti nel calcio di oggi, fatto di guardoni (visto la straboccante offerta televisiva in chiaro e scuro che ne sminuisce un po’ il fascino), spioni (viste le intercettazioni telefoniche più pubbliche che mai), maneggioni (visti gli scandali che hanno recentemente colpito il mondo pallonaro) ed equilibristi (visti i contratti scritti pluriennali e multimilionari che non si rispettano e disfano per un mal di pancia)?
Senza fare di tutta l’erba un fascio, probabilmente ci staresti troppo stretto o, forse, non ci staresti affatto, tu che hai creduto nella parola, in una semplice stretta di mano che ti avrebbe legato al Torino nonostante il tardivo e più gratificante ripensamento del club rossonero. Il fatto è che noi, invece, di uno come te ne avremmo proprio un disperato bisogno. Soprattutto per ricordarci certi valori educativi e formativi che la nostra società ha fagocitato e dimenticato.
Grazie per l’invito, Paròn, alla prossima.