La seconda giornata dei Campionati Mondiali porta in serbo la prima sorpresa.
Un clamoroso autogol di Bouhaddouz regala all’Iran una vittoria insperata contro i più quotati avversari del Marocco, che si sono rivelati assai timorosi nel loro ritorno alla massima rassegna calcistica per nazioni.
Hervè Renard, tecnico giramondo all’esordio mondiale, schiera tutti i suoi “pezzi da 90” per chiudere i persiani nella propria metà campo. Ziyech, Belhanda e Harit combinano però poco, e il pressing nordafricano si esaurisce subito.
Carlos Queiroz si dimostra una vecchia volpe del mestiere, schierando in maniera perfetta i propri uomini che, se avessero i piedi al posto dei ferri da stiro, potrebbero creare maggiori palle goal. Il risultato più giusto sarebbe stato il pareggio, ma i nipoti di Khomeyni si godono il primato solitario provvisorio, in attesa delle prossime sfide impossibili.
La serata ha offerto il derby della Penisola iberica, in cui non sono mancate reti ed emozioni.
Nel 1801, le due nazioni si fronteggiarono in un breve conflitto denominato “guerra delle arance”, che si concluse con un sostanziale nulla di fatto.
Con l’avvento del calcio, Spagna e Portogallo si sfidarono numerose volte, dando spesso vita a scontri accesi ed entusiasmanti; sin dall’Europeo 2016 vinto dai lusitani, sostengo che il tecnico Fernando Santos dovrebbe essere processato per “crimini contro il calcio”.
Il Portogallo ha uomini di indiscutibile spessore tecnico e potrebbe palleggiare con qualsiasi avversario, ma l’ingegnere di Lisbona preferisce arroccarsi sulla difensiva e lasciare l’iniziativa agli avversari.
La Spagna dell’esordiente Hierro prende l’iniziativa e sembra incanalare l’incontro, la cui parità viene ristabilita dall’ennesima giocata di Cristiano Ronaldo. La mia idea è che a entrambe le squadre manchi qualcosa per arrivare fino in fondo, ma Russia 2018 potrebbe celare delle insidie alle favoritissime.
Nel pomeriggio, fatica e non poco l’Uruguay di un commovente Oscar Tabarez, da due anni alle prese con la sindrome di Guillain-Barrè. A decidere l’incontro con l’Egitto è una zuccata del difensore Gimenez, che semplifica e non poco il percorso della Celeste nel girone. I ragazzi di Cuper, orfani di Salah, non demeritano pur senza creare particolari occasioni da rete. I Faraoni si giocheranno il tutto per tutto contro i padroni di casa, e a mio avviso hanno tutte le carte in regola per poterli battere. Domani, invece, grande attesa per l’esordio di Argentina e Francia, oltre allo storico ritorno del Perù a un mondiale.