Russia 2018 visto da Francesco Ratti

I PRIMI CALCI AL LUZHNIKI

RUSSIA ARABIA SAUDITA

La partita inaugurale di Russia 2018, sulla carta, non poteva garantire talento e facili emozioni. 

I padroni di casa, giunti al punto più basso della loro storia sportiva, hanno in ogni caso l’obbligo morale di omaggiare l’incessante sostegno del pubblico di Mosca. 

La cerimonia inaugurale, breve e senza troppi fronzoli, mostra un Putin in versione multiculturale.

La squadra di Cherchesov, un buon passato da portiere e un futuro da allenatore ancora da scrivere, è un mix di vecchie glorie (Ignashevich), talenti inespressi (Dzagoev) e buoni prospetti (Golovin). Sull’altra panchina siede invece Juan Antonio Pizzi, che da calciatore ha segnato ovunque e da allenatore, due stagioni fa, ha vinto la Copa America del Centenario con il Cile. 

Non è colpa sua se in campo scendono giocatori ai limiti dell’impresentabilità, dopotutto il talento dei sauditi va di pari passo con i livelli di democrazia che la monarchia islamica mostra quotidianamente agli occhi del mondo.

La partita scorre tra le giocate di Cheryshev, meteora madrilista ora al Villareal, e gli errori individuali degli asiatici. Finisce 5-0 per i russi, abbastanza per gli euforici sostenitori dell’Armata Rossa, troppo poco per gli amanti del bel gioco e dell’estetica applicata al futbol. Per vedere i possibili sviluppi del girone occorre seguire il match di domani tra Uruguay, naturale favorito, e la matricola Egitto che ha appena recuperato Salah.

Il meglio lo riserverà la serata, con il derby della penisola iberica tra Spagna e Portogallo. 

Le furie rosse, reduci dal licenziamento dello scorretto Lopetegui, partono nonostante tutto da favoriti. I lusitani, invece, rimangono prigionieri di Fernando Santos e della propria concezione difensivistica del gioco. 

Un catenaccio vincente, visto l’esito dell’ultimo Europeo, ma perdente al contempo, in considerazione del bel gioco espresso dai portoghesi nel corso della storia. 

Noi dell’Asola Calcio difendiamo sempre la bandiera dello spettacolo, senza mai aggrapparci alla logica del risultato. Ed è per questo che non soffriamo particolarmente l’assenza dell’Italia in questa rassegna, ma orientiamo il nostro sostegno verso chi possa regalarci magie, occasioni da rete, fraseggi a velocità supersonica, emozioni. Ovvero tutto ciò che al gioco più seguito al mondo non dovrebbe mai mancare. 

Vi auguriamo un buon Mondiale.

 


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