L’ultimo turno di qualificazione ai mondiali di Russia 2018 ha regalato molte conferme e qualche sorpresa; per avere il quadro completo delle classificate dovremo attendere i playoff, in modo tale da poterci sbizzarrire poi con i pronostici delle favorite.
La “Noche del Futbol” di martedì ha regalato all’Argentina di Sampaoli una sofferta qualificazione, opera di quel genio che risponde al nome di Leo Messi. Dentro anche la Colombia, non poteva mancare agli spareggi l’organizzatissimo Perù del Tigre Gareca. A rimetterci è stato il Cile, protagonista di una prova incolore in Brasile: è la fine di un ciclo?
Le emozioni vere, quelle che riconciliano con questo meraviglioso sport, si sono vissute sorprendentemente nelle qualificazioni CONCACAF, ovvero quelle storicamente più scontate.
Più precisamente, nella parte più stretta della regione istmica, un piccolo stato ha inghiottito un colosso mondiale.
E’ la Repubblica di Panama, capace di sovvertire ogni pronostico, ottenendo il suo primo accesso ai Mondiali ai danni della nazionale statunitense. Il governo locale si è subito attivato per garantire alla popolazione una nuova festività nazionale: 11 ottobre, per l’appunto.
Eppure, la storia di Panama è da sempre legata a quella degli USA. Sotto l’egida spagnola prima, unita alla Repubblica di Colombia poi, la Repubblica panamense nasce nei primi del Novecento da un contenzioso tra statunitensi e colombiani. I nordamericani, già abili con la guerra e l’utilizzo del fuoco, invadono il territorio con molta rapidità e instaurano un governo di loro gradimento.
Gli interessi statunitensi sulle attività economiche dello stretto sono salvi, almeno fino agli anni ’60. Il susseguirsi di governi liberali e conservatori, il cui minimo comune denominatore è la corruzione, apre la strada alla figura controversa di Omar Torrijos, guida del paese per tredici anni senza aver mai vinto un’elezione. Amico degli USA prima, riformatore e progressista poi, ha saputo rinegoziare i patti per la gestione dello stretto, prima di sparire in un incidente aereo alquanto strano, sul quale appare palese la mano della CIA.
La politica panamense è comunque, da sempre, legata agli interessi a stelle e strisce. In qualche modo lo è anche il calcio, visto che i migliori calciatori dello stretto militano nella MLS.
Il calcio a Panama è sempre rimasto in subordine al baseball e, al di là di qualche sporadico risultato, nemmeno negli anni d’oro dei gemelli Dely Valdes si è riusciti ad affacciarsi alla massima competizione per nazioni. Negli ultimi anni, però, la crescita del movimento è costante. Merito soprattutto del tecnico colombiano Hernan Dario Gomez, collaboratore storico di Maturana, che ha saputo valorizzare un gruppo dall’età media non più giovanissima. Il gioco a zona del Bolillo, unito alla fortuna e a qualche decisione arbitrale, ha portato i suoi frutti. Il resto lo ha fatto la disfatta degli USA a Trinidad.
Forse sarà la cenerentola di Russia 2018, ma la nazionale dei Canaleros avrà negli emozionali del futbol i principali sostenitori.