Desideravo da tempo tornare a scrivere un pezzo per questa rubrica, ma per fare ciò ho atteso gli sviluppi delle qualificazioni mondiali prima della pausa estiva. Non sono mancate le conferme e qualche sorpresa, anche se dovremo attendere il prossimo turno per una definizione più precisa delle qualificate. Oggi vorrei parlarvi di un gradito ritorno, ovvero una nazionale che è tornata a recitare un ruolo importante nello scacchiere europeo, dopo anni di oblio.
La Polonia di Nawalka non sarà tra le favorite, ma una potenziale sorpresa, soprattutto grazie all’interessante progetto tattico.
Nella propria storia, la Polonia ha saputo conquistare due terzi posti mondiali. La generazione del 1974 fu la migliore di sempre, dove le sapienti mani di Gorski seppero costruire un collettivo in grado di coniugare spirito di squadra, fisico, fantasia e rigore tattico. Tra i pali il monumentale Tomaszewski, in difesa il promettente Zmuda, a centrocampo il regista Deyna e davanti l’esperto Lato: saranno i padroni di casa della Germania Ovest a frapporsi tra i polacchi e la finalissima. Il paese, intanto, vive un inaspettato periodo di crescita economica grazie ad alcuni prestiti, al fine di modernizzare e incrementare la produzione di beni, che il presidente Gierek si fa concedere dai paesi occidentali. Sarà un fuoco di paglia: la restituzione del debito porta alla necessaria crescita dei prezzi dei beni di consumo, causando pertanto malcontento e agitazioni.
Otto anni più tardi, sarà la stella di Zibì Boniek a brillare al mondiale spagnolo. La squadra, seppur non talentuosa come quella del 1974, arriverà in semifinale arrendendosi alla straripante condizione atletica degli azzurri di Bearzot. In patria si apre lo scontro tra la nascente organizzazione sindacale cattolica Solidarnosc e il governo presieduto da Jaruzelski, il quale prova a far fronte alla crisi economica con timide aperture all’economia di mercato: sarà l’inizio della fine.
A distanza di anni, la nazionale polacca si ripropone sulla scena mondiale, grazie a un entusiasmante cammino nel proprio girone di qualificazione. La squadra di Nawalka, che propone un gioco spumeggiante, si affida a un centravanti straordinario (Lewandowski), giovani di assoluto valore (Linetty, Zielinski, Milik) e giocatori di comprovato affidamento (Szczesny, Glik, Krychowiak). Tutto ciò avviene nel momento più buio per la nazione est-europea, con il partito PIS (Diritto e Giustizia) saldamente al comando del Paese a suon di slogan anti-UE, politiche ultra conservatrici e anti-immigrazione. Nonostante non abbia alcuna carica pubblica, Kaczynski rimane la figura più rilevante del panorama politico polacco, con il suo conservatorismo cattolico e la sua fedeltà agli USA. Saprà la squadra di Nawalka concedere ai cittadini polacchi la giusta occasione di riscatto?