La storia contemporanea della Serenissima Repubblica è legata a doppio filo con quella italiana, anche se le sue radici sono antichissime. La leggenda narra che nel 301 d.C il tagliapietre Marino, proveniente dalla Dalmazia e fuggito dalle persecuzioni di Diocleziano contro i cristiani, stabilì una piccola comunità sul Monte Titano. La proprietaria della zona, una ricca vedova, donò il territorio al diacono e ai suoi seguaci, i quali la chiamarono “Terra di San Marino”. Lo scalpellino, poco prima di morire, affermò alla comunità: “Vi lascio liberi da ambedue gli uomini”, riferendosi naturalmente all'Imperatore e al Papa. Queste parole, pertanto, sono la pietra miliare di questa Repubblica di 61 Km quadrati, che attualmente conta poco più di 32000 abitanti.
E' in epoca fascista che si iniziano a tirare i primi calci al pallone, con la neonata Federazione Sanmarinese Giuoco Calcio a organizzare un piccolo torneo estivo, la Coppa Titano, che proseguirà sino ai giorni nostri in formule diverse. Con la caduta del fascismo, a San Marino si apre l'epoca delle conquiste sociali. Fatto inusuale per tutto il mondo Occidentale, al governo della Serenissima sale il Partito Comunista, rimanendovi fino al 1957 e tornandovi nel corso degli anni '80. Aumenta la popolarità del calcio: nascono nuove squadre, migliorano le strutture, mentre la Federazione acconsente alla Società Sportiva Serenissima, poi San Marino Calcio, di partecipare alle attività sportive della FIGC.
La grande svolta avviene nella seconda metà degli anni Ottanta. A livello politico nasce un'insolita coalizione tra comunisti e democristiani, fedele specchio di quanto succederà in Italia successivamente. La FSGC promuove il primo Campionato Sanmarinese, mentre la stessa si affilia alla UEFA e alla FIFA dopo un “periodo di prova” di due anni. L'esordio internazionale della Serenissima è datato 1986, in amichevole contro il Canada, mentre si dovranno attendere quattro anni per la prima (sconfitta) ufficiale, ad opera della Svizzera. Il calcio di San Marino, pur rimanendo nell'ambito del sano dilettantismo, parteciperà regolarmente e dignitosamente alle qualificazioni europee e mondiali, rimediando perfino una vittoria contro il Liechtenstein nel 2004.
Parli di calcio a San Marino e lo associ necessariamente a Massimo Bonini, il più celebre giocatore della piccola Repubblica senza sbocco sul mare, formatosi nella Juvenes e capace di vincere tutto con la Juventus di Trapattoni: lo vediamo qui sopra in San Marino-Inghilterra, alle prese con Paul Ince.
Anche un altro calciatore sammarinese ha calcato i prestigiosi campi della serie A italiana, salvo poi perdersi nelle serie minori prima di un anticipato ritiro: Marco Macina, potenzialmente un fenomeno, alla storia uno dei tanti incompiuti. Insieme a loro, tanti giovani con la passione per lo sport più democratico al mondo, capace di farci emozionare senza distinzione di censo, razza o religione. Pochi professionisti, la maggior parte dilettanti.
Se il calcio affonda le proprie radici nella passione, perché privare i ragazzi sammarinesi di un sogno. Vero Rummenigge?