Non mi bastano i due spumeggianti ragazzini spagnoli a bilanciare la delusione che mi lascia il campionato d’Europa da poco concluso.
Deluso da quello che ha fatto vedere l’Italia, ma soltanto da tifoso, perché probabilmente il suo percorso rispecchia in questo momento il potenziale della squadra, ma deluso anche dalle nazionali storicamente più accreditate, Spagna a parte.
Troppi i confronti equilibrati, per i valori appiattiti verso il basso; sono state premiate con minimi scarti, da risultati conseguiti solo negli ultimi minuti di gioco, anche dei recuperi, o addirittura ai rigori - quando non da autoreti - le squadre che hanno dimostrato una maggiore tenuta atletica e una panchina all’altezza della formazione titolare.
Probabilmente si tratta di una tendenza riscontrabile ovunque, visti in Coppa America il Brasile, penalizzato dal secondo posto nel girone ed eliminato ai quarti, e l’Argentina che a fatica approda in semifinale, supera il Canada e vince con un risicato 1 a 0 in finale.
Il risultato è che la Spagna è la prima nazionale ad aver vinto ben 4 trofei continentali.
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Ma l’Albo d’Oro è qualcosa di oggettivo? Direi di no.
Lo costruiscono gli scossoni della storia e i capricci della geopolitica.
L’URSS ha vinto la prima edizione della coppa e ha disputato altre tre finali e una semifinale, poi ci sarebbe la Russia, da sola, con una semifinale e buone partecipazioni di Ucraina e Georgia…
La Jugoslavia può vantare due finali e una semifinale, ma ci sarebbero poi i risultati di Croazia, Slovenia, Bosnia Erzegovina, Serbia, Macedonia, Montenegro e del Kosovo…
Ala stessa Cecoslovacchia, vincitrice nel 1976 e due volte semifinalista, seguono poi le presenze di Repubblica Ceca e Repubblica Slovacca…
Storici precursori sono i Britannici, che partecipano alle manifestazioni UEFA e FIFA con ben 4 nazionali - salvo poi riunirle in occasione delle Olimpiadi - e, a complicare il tutto, fino al 1954 la nazionale irlandese era formata da giocatori dell’Eire e dell’Ulster…
Il Pallone d’Oro George Best, che compare nella banconota da 5£ qui sopra, non ha mai potuto partecipare a un campionato europeo o mondiale.
E poi, andando indietro nella storia, si potrebbero considerare anche l’Austria e l’Ungheria; per vezzo campanilistico, da qualche parte ancora oggi le battute:
“Chi gioca oggi?“
“Austria-Ungheria”
“Contro chi?”
In ciascuno di questi casi è venuta a mancare una squadra altamente competitiva a causa della frammentazione di entità nazionali.
Nostalgia? No, solo qualche considerazione di come sarebbe potuto essere l’Albo d’Oro, ad esempio, se si fosse verificata l’eventualità, per nulla fantascientifica, di una separazione tra ipotetiche federazioni catalana, spagnola e basca.
Solo considerazioni personali di chi tecnico non è e non ambisce ad esserlo, ma che ho riscontrato piuttosto condivise.