Europeo 2024 visto da Francesco Ratti

BELGIO

Belgio

Marcinelle, 8 agosto 1956.

Scoppia un incendio nella miniera di carbone Bois du Cazier, provocando la morte di 262 lavoratori. Buona parte di questi, ovvero 136, sono italiani. È una tragedia di dimensioni epocali, che verrà ricordata nei decenni successivi da cineasti, musicisti e poeti. Molti nostri connazionali si erano recati nella Vallonia da diverso tempo, nell’ambito del protocollo italo-belga sottoscritto nel 1946. Non tutti i residenti erano disposti a rischiare la vita nelle pericolose miniere del Belgio, motivo per cui si chiese aiuto all’amico Alcide De Gasperi, che non ebbe alcun timore a caldeggiare il trasferimento di oltre 50mila italiani. Persone che, attratte da uno stipendio sicuro, furono lasciate all’oscuro delle proprie condizioni di lavoro e di vita. Le tragedie sull’asse Italia-Belgio non sono finite qui, basti pensare alla Strage dell’Heysel di quasi trent’anni dopo. Alla base dell’evento, certamente violenza, ma anche impreparazione delle forze dell’ordine e vetustà dell’impianto.

Nel 2024 c’è un italiano che vuole rendere grande il Belgio. È un allenatore di calcio ed è il CT dei Diavoli Rossi, non ha ancora compiuto 40 anni e si chiama Domenico Tedesco. Da luglio probabilmente tornerà a lavorare per una squadra di club, in molti lo vorrebbero su una prestigiosa panchina italiana anche se, nella sua breve carriera sportiva, non è mai stato tesserato per una società del Belpaese. Tedesco ha una storia personale ricca di fascino. Nato in Calabria e trasferitosi molto presto con la famiglia nel sud-ovest della Germania, poco distante da Stoccarda, vive un’adolescenza tranquilla dedicandosi allo studio e allo sport. Si laurea in ingegneria e lavora per la Mercedes-Benz, pur continuando a praticare il calcio a livello dilettantistico, nella duplice veste di giocatore e allenatore delle giovanili. Nel giro di poco tempo abbandona il calcio giocato per trasferirsi nel settore giovanile dello Stoccarda, lascia anche il lavoro perché il ruolo di allenatore sarà il suo “posto fisso”. Tedesco è molto quotato all’interno del club degli Svevi, ma con una mossa a sorpresa accetta di trasferirsi nelle giovanili dell’Hoffenheim, a qualche chilometro di distanza. Nel frattempo, si diploma come allenatore-pro, con una valutazione superiore a quella di Julian Nagelsmann, altro tecnico-prodigio che avremo modo di apprezzare a Euro 2024.

La svolta della carriera di Domenico è un ingaggio di tre mesi ad Aue, società della Zweite Bundesliga sull’orlo della retrocessione, conquistando una salvezza insperata e le attenzioni dei mass-media. A giugno 2017 arriva con molto stupore la chiamata dello Schalke 04, il club dei Minatori alla ricerca di un rilancio dopo una stagione anonima. Arriva un secondo posto alle spalle dell’ingiocabile Bayern Monaco, l’anno successivo addirittura l’ottavo di finale di Champions League: sarà proprio una sonora sconfitta contro il City di Guardiola a decretarne l’esonero. Dopo due stagioni allo Spartak Mosca, intervallate dall’emergenza Covid, lo troviamo a Lipsia per vincere il primo trofeo della gestione Red Bull (Coppa di Germania 2022).

Al termine di Qatar 2022, la Federazione Belga si ritrova a fronteggiare le dimissioni del CT Martinez. Non propriamente un male, considerate le decisioni scellerate del tecnico spagnolo e la conseguente eliminazione dei forti calciatori in maglia rossa al primo turno. Il casting della federcalcio coinvolge allenatori più o meno esperti, dai nomi altisonanti, per poi virare sul giovane italo-tedesco. Domenico si ritrova e gestire una fase delicata dei Diavoli Rossi. La generazione d’oro sta per concludere la propria parabola senza avere ottenuto risultati di rilievo, mentre i giovani non sembrano all’altezza dei vari Hazard, Kompany, Mertens, Fellaini. Il Belgio non sembra al livello di Francia, Germania, Spagna, Croazia, Inghilterra e Portogallo, ma superando le qualificazioni con apparente facilità e con principi di gioco chiari, si candida al ruolo di outsider. La gestione Tedesco passa per alcune scelte impopolari, una su tutte l’esclusione dai convocati di Thibaut Courtois, a detta del tecnico in ritardo di condizione. Sapranno De Bruyne e compagni sopperire all’assenza del miglior portiere in circolazione?


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