La fine della Seconda Guerra Mondiale lasciò all’Europa la drammatica questione della ricostruzione.
Il Belgio, che disponeva di miniere di carbone ma di scarsa manovalanza, chiese all’Italia un contributo in tal senso. Il Belpaese, uscito distrutto dai bombardamenti, accettò di buon grado e ottenne in cambio alcune quantità di carbone.
Furono queste le basi del protocollo italo-belga del 1946, che portarono oltre 60mila lavoratori italiani nelle miniere del nord, fino al disastro di Marcinelle dieci anni più tardi. Ora Italia e Belgio si sfidano su un campo da calcio, per la conquista di una semifinale europea che vede i diavoli rossi come favoriti sulla carta.
I ragazzi di Mancini hanno sofferto e non poco contro l’Austria di Alaba, ma hanno mostrato spirito di sacrificio e una panchina su cui fare affidamento. L’esito rimane incertissimo.
La Svizzera si è guadagnata, con la vittoria sui favoritissimi francesi, la simpatia di buona parte dei sostenitori italiani. Il capolavoro lo ha fatto l’allenatore Petkovic, con una disposizione tattica esemplare, ma nel gioco dei pronostici gli elvetici rimangono sfavoriti nel prossimo turno contro la Spagna. Partita in sordina, la squadra di Luis Enrique si è ritrovata contro i croati, anche se sul piano del collettivo vedo ancora margini di miglioramento.
Nell’equilibratissima sfida di martedì sera tra Svezia e Ucraina, è stato bello assistere all’abbraccio tra Sheva e Mauro Tassotti al fischio finale. I sovietici conquistano il primo quarto di finale europeo della propria (giovane) storia e ora si apprestano, da sfavoriti, ad affrontare l’Inghilterra di Southgate.
I britannici hanno superato agevolmente i tedeschi ombra di se stessi e, pur senza incantare, hanno la strada spianata verso la finale. Molto dipenderà dalla presenza o meno di Jack Grealish, talento che sembra giunto a giusta maturazione.
L’Ucraina è lontana parente della squadra che, nel 2006, lottava per un posto nelle prime quattro del mondiale. La stella indiscussa era proprio Shevchenko, ma al suo fianco giostravano Sovkovsy, Nesmacny, Tymoshchuk, Husjev, Rebrov, Voronin, Milevsky, Vorobej e altri ancora. Sul piano delle individualità il livello attuale è mediocre, ma il tecnico pare aver apportato ai suoi una svolta sul piano mentale. Basterà per coronare il sogno di una finale?
A chiudere il quartetto degli incontri è la mediocre Repubblica Ceca - Danimarca, una sfida che negli anni ’90 avrebbe potuto dire molto e che sabato sera, a orario aperitivo, rischia il clamoroso flop televisivo. Il mio pronostico propende per i danesi, che nella competizione europea si trovano sempre a proprio agio.
COMUNQUE VADA, BUON ASCOLTO! https://youtu.be/XN7iEFVLf5c