Europeo 2020 visto da Francesco Ratti

FINLANDIA - LA PRIMA VOLTA

Finlandia

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Qualche giorno fa, i media hanno rilanciato la proposta di Sanna Marin, primo ministro del nuovo governo finlandese, in materia di orario di lavoro settimanale. In occasione del 120esimo anniversario del Partito Socialdemocratico, lo scorso 17 agosto, la premier scandinava ha scaldato i cuori dei militanti con un vecchio “cavallo di battaglia” della sinistra riformista: orario ridotto a quattro giorni di sei ore ciascuno, a parità di stipendio. Fonti governative hanno presto chiarito che la proposta, al momento, non è una priorità del governo di centrosinistra.
Ciò è però bastato a mettere al centro della discussione l’antico dibattito del giusto equilibrio tra lavoro e vita privata, senza però evidenziare il problema che la proposta intende risolvere: il tasso di disoccupazione della Finlandia è ancora troppo elevato. “Lavorare meno, lavorare tutti” rimane uno slogan più che mai attuale, almeno a queste latitudini. Basti considerare che la settimana corta è già stata sperimentata nella vicina Svezia, con risultati più che soddisfacenti.

L’economia della Finlandia è in crescita, soprattutto nei settori del terziario e turismo, e si sta lentamente riportando ai livelli antecedenti la crisi del 2008.
Dopotutto da queste parti risiede l’autentico Babbo Natale, che meglio di chiunque altro incarna la distribuzione di beni.
Proprio da Rovaniemi, capoluogo della regione della Lapponia, arriva il gruppo musicale dei Lordi. In Italia probabilmente solo i cultori del genere hard rock li conoscono e apprezzano, ma nel 2006 hanno saputo imporsi in maniera schiacciante nella finale dell’Eurovision Song Contest, grazie al travolgente brano “Hard Rock Hallelujah”.

A distanza di 14 anni, un’altra formazione finlandese prova a imporsi in una competizione europea. Questa volta tocca alla nazionale di calcio, che per la prima volta nella storia ha saputo conquistare la fase finale di una rassegna internazionale (fatte salve le competizioni olimpiche).
A Euro 2020 non sarà certo tra le favorite, ma la squadra di Kanerva proverà a onorare la storica qualificazione. Gran parte del merito è proprio del tecnico di Helsinki, che ha saputo raccogliere il testimone delle precedenti fallimentari gestioni e valorizzare un collettivo privo di individualità di spicco.
Dal punto di vista tattico, la nazionale finlandese gioca un 4-4-2 scolastico che ricorda molto quello dell’Islanda, ma con meno qualità. Nel girone di qualificazione ha saputo sfruttare al meglio l’equilibro generatosi alle spalle dell’Italia di Mancini, oltre alla vena realizzativa di Teemu Pukki.

Nonostante gli sport invernali vadano per la maggiore, il calcio rimane molto seguito in Finlandia. Anche se la Veikkausliiga rimane un torneo poco più che imbarazzante, con il dominio quasi incontrastato dell’HJK Helsinki, molti giovani si avvicinano alla pratica dello sport più democratico al mondo.
Da Lahti, città da sempre legata allo sci nordico, arriva il giocatore più rappresentativo della storia del calcio finnico: quel Jari Litmanen che, con la sua classe cristallina, ha saputo conquistare i maggiori palcoscenici mondiali a livello di club. A cavallo tra gli anni Novanta e Duemila, il calcio finlandese ha conosciuto la sua generazione d’oro.
Oltre al già citato Litmanen, gli scandinavi potevano contare su Antti Niemi, Sami Hyypia, Teemu Tainio, Mikael Forssell e Mixu Paatelainen, riuscendo solo a sfiorare la qualificazione a France 1998.
Ora le speranze sono riposte nel popolarissimo Kanerva, ex calciatore professionista ma anche ex maestro elementare e grande appassionato di matematica.
Saprà egli scrivere il teorema della mina vagante?

 


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