Francia 2016 visti da Francesco Ratti

ANTICALCIO ALL'ARREMBAGGIO

pallone rotto getty

Il calcio ha le sue ragioni misteriose che la ragione non conosce. Queste parole di Osvaldo Soriano sono più che mai attuali, specialmente se circostanziate all’europeo di Francia 2016, giunto alle semifinali. Ne sa qualcosa il primitivo Fernando Santos, allenatore di un Portogallo troppo brutto per essere vero, arrivato a un passo dalla finale senza aver vinto ancora un incontro. La tradizione lusitana, fatta di gioco arioso e tecnica pura, è sacrificata all’altare del pragmatismo. Eppure i buoni interpreti non mancano, sebbene non in linea con quanto espresso dal movimento fino a una decina di anni fa: nel 2004 fu il catenaccio di Rehhagel a frapporsi tra i portoghesi e il titolo continentale. Il fine non giustifica i mezzi, pertanto noi non giustificheremo mai le scelte dell’anziano tecnico.

A sfidare il Portogallo, sorprendentemente, sarà il Galles di Gareth Bale, capace di sconfiggere i favoritissimi del Belgio con una prova tutto cuore e sostanza. Inutile dire che non ce lo saremmo mai aspettato. I gallesi, nonostante la tradizione ultrasecolare, sono alla prima partecipazione continentale e, se si escludono Bale e Ramsey, non annoverano stelle di enorme grandezza. In passato, la nazione che si è espressa per la Brexit ha prodotto campioni del calibro di Charles, Hughes e Rush, i quali non hanno mai avuto la possibilità mi misurarsi in un Europeo. Non crediamo che Robson-Kanu possa diventare un novello Charisteas, ma sicuramente la semifinale di mercoledì sarà incertissima.

Dell’Italia si è già detto tutto. Della Germania non si può che ribadirne la forza e la completezza, in ogni reparto. I tedeschi sono i nostri favoriti, nonostante l’inizio stentato e le difficoltà incontrate contro l’Italia. Visto e considerato che l’ultimo a beffare i teutoni su calcio di rigore fu il grande Antonin Panenka (anno 1976), non crediamo nelle possibilità di vittoria dei francesi. Potremmo incorrere nell’errore e non sarebbe la prima volta, ma la nazionale di Deschamps, seppur in ripresa dal punto di vista del gioco, non ci sembra ancora pronta per il titolo.

 

Tre partite per decidere il titolo. Lo spettacolo, salvo qualche sprazzo, è rimasto comodamente in poltrona con tanto di birra gelata. Il tiki-taka e il calcio champagne sono solo un ricordo estivo, al pari del Festivalbar. Speriamo vivamente che questa settimana la musica possa cambiare.


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