Francia 2016 visti da Francesco Ratti

PERCHE' GRAZIANO PELLE' NON DEVE PIU' GIOCARE IN NAZIONALE

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Cucchiaio
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Ieri si è conclusa l’avventura europea della nazionale italiana, cui dobbiamo tributare un sincero applauso per aver giocato alla pari, seppur con evidenti limiti, contro i campioni del mondo. Il merito è da attribuire principalmente ad Antonio Conte, che può catturare le antipatie degli appassionati, certo, ma al quale va dato il merito di aver costruito una precisa mentalità tattica, trasformando i propri giocatori in leoni assatanati pronti a sbranare la preda. È merito suo se in questa squadra trovano spazio atleti che, in tutta franchezza, faticherebbero a ritagliarsi uno spazio nelle Isole Far Oer.

La lotteria dei rigori solitamente premia i più freddi o i più tecnici; anche ieri è stato così: gli evidenti limiti degli azzurri, mascherati dai miracoli di Buffon, si sono materializzati nei molteplici errori dagli 11 metri.

I ragazzi di Conte hanno evidenziato un profilo umano, improntato sull’umiltà, molto apprezzato dai sostenitori, ma non sarebbe potuto essere altrimenti, visto e considerato l’elevato deficit che il movimento calcistico italiano paga nei confronti delle nazioni più evolute. L’estrazione popolare di questo meraviglioso sport, dopotutto, ci insegna che la passione e l’impegno sono elementi essenziali per la ricostruzione del sistema calcio. Se la tecnica dovrebbe costituire una condizione imprescindibile per giocare a certi livelli, non dobbiamo dimenticare infine il ruolo della tattica; chi possiede la tecnica è proprietario del pallone, ma chi detiene la tattica è proprietario del campo.

Ieri sera, quando Graziano Pellè si è presentato sul dischetto con l’irriverenza del bulletto figlio di papà, sbeffeggiando il miglior portiere al mondo e poi collezionando una figuraccia colossale, ha dimenticato una serie di cose: in primis il rispetto dell’avversario e delle gerarchie, in secondo luogo, di non avere più vent’anni. Infine, di essere nessuno. Perché un campione possiede qualità umane che Pellè non riesce lontanamente a sognarsi, nemmeno la notte. Abbiamo trascorso anni a evidenziare i limiti caratteriali di Mario Balotelli, ma questo mestierante con una decina di presenze in serie A ha saputo fare di peggio. Per giunta, con un bagaglio tecnico ridicolo nei confronti dell’ex rossonero. Ci sembra di elencare una serie di motivazioni utili affinché non indossi più la maglia della nazionale. 


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