Gli azzurri di Antonio Conte sono avvisati: i Diavoli Rossi saranno un banco di prova terrificante al primo turno.
Eppure la squadra che fu di Ceulemans non vanta una grandissima tradizione nella massima competizione continentale: di rilievo c'è solo un secondo posto nell'edizione 1980, sconfitta dall'allora Germania Ovest di Hrubesch.
Era la nazionale dell'istrionico portiere Pfaff, che dominava i pali con i suoi enormi guantoni. Dopo i ruggenti anni '80, è seguito un lungo periodo di appannamento, complice una crisi generazionale che ha portato il Belgio al di fuori dei principali trofei per nazioni. Ma quando si tocca il fondo, si può solo riemergere.
La nuova stagione d'oro dei Diavoli Rossi è frutto di un progetto che coinvolge federazione, scuole e società calcistiche. La fondazione di accademie sportive, in grado di offrire lezioni tecniche suppletive ai talenti in erba, ha migliorato di molto il livello dei giovani.
Da queste piccole università del calcio sono nati i vari Courtois, Witsel e De Bruyne. Inoltre, per educare i ragazzi al bel gioco, è stato adottato il 4-3-3 come modulo da insegnare sin dalle prime battute: pressing alto e difesa a zona è semplicemente un ritorno alla tradizione.
A caldeggiare in particolar modo il progetto della Federazione è l'Anderlecht, la squadra più titolata della nazione.
Il campionato locale, la Jupiler League, rimane comunque di basso profilo. L'edizione 2015/2016 è stata vinta dal Bruges, mentre gli anni precedenti non sono mancate le sorprese.
I migliori prospetti abbandonano presto il Belgio, che a livello economico non può reggere il confronto con la Premier League o la Ligue 1. Ma l'ingente quantitativo di talenti prodotti ha garantito a Wilmots la possibilità di giocare un Europeo da protagonista.
Mancherà purtroppo la colonna difensiva, Vincent Kompany, vittima di un infortunio, mentre la stella assoluta sarà con ogni probabilità Eden Hazard, ben bilanciato a centrocampo da Witsel e Fellaini, mi aspetto grandi cose dai giovanissimi fratelli Lukaku.
Il finale, sarà il terreno di gioco a scriverlo.