Defibrillazione

10, 100, 1000 ENRICO BALLARDINI !!!

CuoreCorso CONI per dirigenti sportivi a Mantova concluso con il botto: Enrico Ballardini, orgoglioso lavoratore dell'ASL di Mantova, medico sportivo e cardiologo con lunga esperienza nel mondo del calcio e un attento occhio di riguardo nei confronti del dilettantismo, ha rapito l’interesse dei dirigenti mantovani, quelli ignoranti, quelli che hanno sempre bisogno di formazione, non quelli già arrivati… forse nati arrivati (ma che peccato non partire mai!).

Riuscire a dare tali nozioni di fisiologia e anatomia (e patologia) cardiaca a un pubblico così incompetente non è da tutti ma, come spesso capita, c’era un secondo fine nascosto, ed ecco che, dopo un’introduzione del genere, ci siamo visti servire i concetti dell’importanza del defibrillatore e della formazione di soggetti abilitati a utilizzarlo.

Ad Asola questo argomento sfonda non una porta aperta, ma un arco di trionfo.

A regime, entro un paio di mesi, in società saremo in una quindicina ad avere l’abilitazione regionale, in modo da coprire allenamenti e partite casalinghe delle nostre squadre; era questo un obiettivo che ho inseguito negli ultimi anni, un debito morale nei confronti di ragazzi e genitori, mi fa piacere averlo potuto centrare con l’Asola: gli obiettivi possono essere giusti in assoluto, ma per raggiungerli, spesso bisogna proporli a persone aperte e responsabili e nel caso anche nelle società adatte.

Tornando al dottor Ballardini, era un bel po’ che speravo di poter partecipare a una serata dove chi fa lezione non cerca di vendere niente, non tenta di far sottoscrivere convenzioni e non deve nemmeno tenere la parte di un padrone che lo nutre (o ha promesso di farlo): la magia del pubblico fa ciò che il privato non può, ma noi dilettanti siamo tutto sommato abbastanza avvezzi alle magie.
Prima dell’argomento che stava “a cuore” in tutti i sensi, non è mancata un’interessante panoramica di storia della medicina sportiva nazionale, raffrontata con le situazioni nel resto dell’Europa e negli USA: incredibile per un ignorante, ma la nostra Repubblica delle Banane ne esce a testa alta quanto a efficacia dei protocolli medici, quanto a tutela della salute, vista non come bene disponibile individuale, ma collettivo, e anche quanto a costi; i progressi in fatto di prevenzione di morti improvvise per arresto cardiaco di sportivi sono il grande risultato di una “politica sanitaria” rigorosa nei principi.
Cose più grandi delle nostre piccole società dilettantistiche? “Cultura scientifica”, direbbe qualcuno, ma non rientra forse nella “cultura sportiva” sapere come in Italia si sono stilate le regole dei controlli per il rilascio dell’idoneità per praticare una disciplina sportiva? E non vi rientra anche sapere che da decenni i nostri giovani sono maggiormente tutelati rispetto ai coetanei europei o statunitensi?
Direi di sì e mi sembra una conclusione incontestabile.
Anche in questo caso, come mia abitudine, invito ad abbandonare quelle etichette di “scientifica” o “sportiva”, per chiamare tutto ciò semplicemente Cultura.
Una bella serata, politicamente assolutamente scorretta, nella quale cose e persone sono state chiamate con il proprio nome, una serata che avrebbe fatto saltare il monocolo dall’occhio dei bacchettoni che pensano sempre positivo e che ha mostrato lampi di realtà ai nostri dirigenti in formazione.
Il ringraziamento mio e dei miei compagni di corso al dottor Ballardini e alla Delegazione del CONI di Mantova per tutto ciò che abbiamo potuto assimilare.


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