A.C. ASOLA CALCIO: UNA SOCIETÀ IN CRESCITA

vighi volto.ipgIN QUESTA STAGIONE L’ORGANIZZAZIONE DEL SETTORE GIOVANILE E’ ALLA BASE DI TUTTO.

Sono un istruttore della categoria esordienti 2002 che sta partecipando alla crescita di questa società sportiva da poco, in questa struttura mi viene dato il modo di lavorare con i ragazzi in modo tranquillo e sereno.
La mia rosa è composta da 26 ragazzi, con 3 istruttori.
I ragazzi che ho a disposizione sono tutti pari età e il gruppo che si è venuto a formare è affiatato e unito anche se non tutti sono dello stesso paese.
Siamo insieme da una stagione e mezza, avendo cominciato quest’avventura nell’agosto del 2013.
In questo periodo i ragazzi sono cresciuti calcisticamente in maniera esponenziale sotto tutti i punti di vista.
Come ho detto, siamo partiti con un gruppo di paesi diversi, che ha imparato a conoscersi strada facendo.
In questo percorso la strada non è sempre stata in discesa, anche perché per alcuni di loro era il primo anno di calcio praticato all’interno di un collettivo.
Iniziando dalla base con esercitazioni fatte solo con l’utilizzo della palla, siamo riusciti in poco tempo a portare tutti i componenti ad avere un bagaglio tecnico sufficiente da poter affrontare esercitazioni sempre più complesse sotto il punto di vista cognitivo.
Sì, è di questo che siamo convinti io e il mio staff, alla base di tutto occorre istruire i ragazzi, preparandoli a ciò che potrebbe succedere in partita, in qualsiasi situazione.
Mi spiego meglio: credo che per un ragazzo di questa età servano, oltre ad allenamenti sulla coordinazione, anche allenamenti in situazione.
In situazione perché si sa benissimo che all’interno di una partita gli avversari, il campo, il clima vanno a variare molto la prestazione di ogni singolo giocatore.
È per questo che progressivamente stiamo attuando questo tipo di metodologia, per garantire al giocatore la capacità di adattarsi ad avere molteplici soluzioni per la buona riuscita di una giocata collettiva ed individuale.
Come ho accennato però, non tralasciamo assolutamente la coordinazione motoria, che è alla base di ogni singolo gesto tecnico e si sa benissimo senza la tecnica individuale, non si può lavorare sulla tattica collettiva.
È sulla coordinazione che gli istruttori dell’Asola stanno lavorando insieme in quest’anno, partendo dalla categoria scuola calcio e arrivando sino agli juniores; la squadra di istruttori si è appena formata, voluta fortemente dai nostri dirigenti, persone veramente preparate, con una immensa passione.
L’ho voluto dire perché in questo mio breve periodo ho potuto notare intorno all’attività di base un’organizzazione valida, che mi ha sempre assistito e risolto qualsiasi tipo di problema calcistico.
Ritornando alla mia squadra, come dicevo, è composta da 26 giocatori: il nostro modo per gestirli tutto sommato è molto semplice, perchè il calcio per loro deve essere semplice e divertente.
Detto così sembra che fare l’allenatore e in primis l’istruttore, sia la cosa più semplice del mondo.
Sicuramente non è semplice perché, come accennavo prima, la strada non è sempre in discesa, dalla nostra bocca dai nostri gesti e dalle nostre direttive nascono i sogni dei nostri ragazzi e se non siamo pronti ad assisterli tutti ed ascoltare ognuno di loro, possiamo far nascere in loro grandi insicurezze caratteriali, che si vanno a ripercuotere all’interno del gruppo.
Oltre al calcio giocato, serve anche la serenità nel seguire ogni singolo giocatore, scambiando qualche parola, l’attenzione per capire il loro umore e più semplicemente sapere ascoltare e renderlo partecipe.

L’organizzazione è alla base di tutto; all’inizio della stagione adattiamo le attività in base al numero di ragazzi che abbiamo a disposizione e diamo le informazioni generali ad ognuno di loro: date e orari degli allenamenti da svolgere, abbigliamento da utilizzare, alimentazione da seguire durante gli allenamenti e prima di ogni gara, codice etico che ogni tesserato dell’Asola è tenuto a rispettare dentro e fuori dal campo.
In questo modo non è mai una sorpresa la nostra pretesa di rispetto verso dirigenti, tecnici, collaboratori, compagni, arbitro, giocatori avversari e pubblico; altrettanto vale per i genitori e per i sostenitori delle squadre, anche se nei loro confronti non possiamo far valere alcuna autorità e le nostre richieste possono essere solo educatamente assecondate.


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