Direi che l’aggettivo che descrive meglio questo libro sia proprio unico, come unico è l’autore: un bibliotecario che fa incetta di premi di letteratura per ragazzi a livello nazionale e che a bambini (più o meno cresciuti) dà lezioni di jazz, che si esibisce in teatro tra pagine e note assieme a Piergiorgio Cinelli, che ci racconta Giorgio Gaber come nessuno aveva mai fatto, il tutto con successo!
Ah, dimenticavo… e che alla tenera età di 48 anni gioca ancora a calcio nel campionato amatori con la “Noi si va F.C.” (F.C. sta per fobal club)…
Scrittore? Musicista? Calciatore? Comico? Intrattenitore?
Non provateci, anzi, provateci pure: non riuscirete ad etichettarlo, e quando penserete di esserci riusciti, vi disorienterà.
Unico, vero?
“Mi fa male la milza” è un testo universale, è l’origine della specie, descrive immagini che sono dentro ognuno di noi, in quelle pagine un po’ ci riconosciamo e un po’ riconosciamo figure ormai sbiadite, che però riprendono i contorni; è un libro che può certamente dare più di qualsiasi manuale, più di qualsiasi metodo pseudoscientifico che si vende nelle piazze, come le pentole, più di tutte le grafiche a video, tutte diligentemente e inevitabilmente uguali a se stesse, con le loro brave freccette e i cerchietti luminosi: questo libro è il fobal (per noi Triestini balòn)!!
Un’opera geniale, che enuncia e dimostra la tesi dei natali bresciani del calcio e che accenna anche alla sua costola trapiantata in Inghilterra: dal FOBAL al FOOTBALL.
“Mi fa male la milza” non potrebbe essere né Tango, né Samba, né Beat: Claudio per cultura è certamente tutti e tre insieme e il suo libro lo dimostra.
…“Che cos’è il fobal?
Ci siamo interrogati su questo punto senza mai trovare una formulazione che ci appagasse appieno. Ogni volta che abbiamo cercato di racchiudere il senso della parola fobal in una frase ci siamo trovati con delle risposte parziali, non esaustive, imprecise”…
A.C. Asola A.S.D.