Volta la carta

A.C. ASOLA E LA FORMAZIONE

Cremonese

Ho il grande privilegio di essere un dirigente di una società incline alla ricerca della formazione continua: questo naturalmente non è sufficiente per avere tecnici e dirigenti formati e aggiornati, molto dipende da chi la formazione la offre e dall’apertura e dalla buona volontà dei soggetti che dovrebbero riceverla.

 

Il primo tentativo l’avevamo fatto con il Brescia, ormai il vecchio Brescia, non tanto vecchio da essere quello dei tempi d’oro di Guardiola o Baggio, ma sufficientemente per essere quella società in disarmo, nella quale i dirigenti e i tecnici erano per lo più amici, parenti, disoccupati in parcheggio, vecchie bandiere o figli di vecchie bandiere, una società tenuta in vita solo dalla pazienza e dalla speranza dei creditori.

Avevamo aderito al “Progetto Punti Brescia” e progetto in effetti era una parola grossa: assolutamente fiduciosi e convinti dalle premesse/promesse, ci siamo impegnati per tre anni, fino a scoprire che il re era ormai nudo e dietro la facciata non c’era altro che un’iniziativa di natura prettamente commerciale, senza che vi fossero dei formatori in possesso di una professionalità, non dico superiore, ma almeno pari a quella dei nostri collaboratori dell’A.C. Asola.

Fumo e bava di lumaca, niente di più, tutto però fa esperienza, gli imbonitori, i venditori di kit biancoazzurri, i reclutatori di manodopera gratuita e i relatori improvvisati: non potendo avere da loro la formazione, almeno li abbiamo letteralmente usati per imparare ad etichettare dei personaggi ai margini del calcio.

Mi auguro per le simpatiche Rondinelle che poi sia giunta una ramazza a fare pulizia di quegli articoli, ma non ho seguito le vicende: una cosa è certa, si trattava di un castello di sabbia, crollato ancora in fase di costruzione, del quale non vi è più traccia.

 

Dalle stalle alle stelle, abbiamo provato con il Chievo: lì abbiamo trovato professionalità e competenza che trasudavano anche dai mattoni dell’impianto del Bottagisio, grande trasparenza, disponibilità e la giusta considerazione verso le piccole società dilettantistiche, ma alla fine non siamo riusciti a quadrare il cerchio; questa volta le carenze sono state le nostre.

Un po’ per la pigrizia dei nostri collaboratori e per i loro reali impegni, che si sono rivelati incompatibili con le lunghe trasferte serali a Chievo, e un po’ per i costi dei corsi, ampiamente giustificati dalla qualità offerta, ma rilevanti in assoluto, non siamo stati capaci di instaurare un rapporto stabile.

Con rammarico abbiamo abbandonato l’iniziativa di affiliazione con i vicini veneti, che però hanno garantito porte aperte per chi di noi, a titolo personale, desiderasse partecipare in futuro ai programmi di formazione dell’Accademia Chievo, magistralmente curati da Stefano Bianchetti.

Grazie da parte mia e dell’A.C. Asola.

 

E’ giunto il momento della Cremonese, una società vicina, con la quale l’A.C. Asola da molti anni intrattiene rapporti di collaborazione e correttezza e che recentemente ha potuto valutare la nostra organizzazione nella tappa asolana del Trofeo Dossena: l’offerta è interessante, niente tariffe, niente kit in vendita, un programma di otto incontri durante la stagione ad Asola con i tecnici grigiorossi, tante occasioni di confronto a Cremona, partecipazione a tornei e la possibilità di frequenti partite amichevoli.

 

Adesso tocca a noi, si tratta solo di avere l’intelligenza per sfruttare l’opportunità e saggiare la professionalità dei collaboratori di una società solida, che a detta di molti sta da tempo lavorando bene; faremo la nostra parte e porteremo alla Cremonese le nostre esigenze di formazione di tecnici e dirigenti, dando il nostro migliore contributo.

 


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