Tango, Samba e Beat: pagine scelte

STORIE E MITI DEI MONDIALI di Gianni Minà e Darwin Pastorin

Categoria: Tango, Samba e Beat
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Storie e miti dei mondiali2

Storie e miti dei mondiali2

La sovraccoperta di Storie e miti dei Mondiali è decisamente accattivante: come in un tratto di pellicola cinematografica, vediamo scorrere davanti ai nostri occhi le storiche inquadrature dei gesti tecnici di 70 anni di campioni del calcio.

A prima vista si riconoscono Garrincha, Rossi, Rivera, Svensson, Rahn, Zamora, Vogts, Riva, Schiavio, Pelé, Perfumo, Cruijff, Haller ma l’attento occhio del lettore completerà l’elenco.      

Un compendio esauriente, tante schede, una per ogni edizione del campionato mondiale di calcio, dalla prima del 1930 a quella francese del 1998, che vanno ad integrare le conoscenze di ognuno di noi.

 

Non hanno certamente bisogno di presentazioni, due giornalisti di grande qualità, due scrittori e uomini di sport, la passione e l’arte, Gianni Minà e Darwin Pastorin, secondo uno schema costante – i vincitori, i vinti, l’Italia – riescono a darci gli elementi indispensabili per scorrere le vicende dei tornei, senza privarci delle digressioni storico-politiche dei momenti: frequenti gli accenni alle dittature che hanno asservito lo sport ai fini di propaganda, per distogliere l’attenzione e per dare un’immagine pulita e magari vincente.

Si passa dal 1934 di Mussolini, al 1938 di Hitler, al 1978 di Videla e d’altra parte la tradizione della FIFA è ben rappresentata dalla recente guida di Joseph Blatter, via via direttore tecnico e fidato segretario di Joao Havelange, e poi presidente in quarant’anni di scalata al potere: durante la sua presidenza è stato affermato che i mondiali riescono meglio dove c’è poca democrazia, spiegando le ultime scelte di Russia 2018 e Qatar 2022.

Completa il testo un’appendice con le statistiche delle prime sedici edizioni dei mondiali.

Tanto Tango e Samba e un po' Beat!

 

“1930: comincia la grande avventura del pallone. Nell’anno della tragedia napoletana, con un terremoto che provoca quasi duemila vittime. Al cinema, le gambe più famose non appartengono a un calciatore, ma all’attrice Marlene Dietrich.” 

 

“Lo scrittore scrive sempre delle sue passioni. E l’uso che in certi casi le dittature fanno del calcio non invalida il gioco, la forza magica della sua bellezza e della sua emozione, che continuano a prevalere. Perché il calcio, come la letteratura, se ben praticato, è forza di popolo. I dittatori passano. Passeranno sempre. Ma un gol di Garrincha è un momento eterno. Non lo dimentica nessuno.” 

 

“Certo, giocatori-mito come Garrincha, Schiaffino, Meazza, se vogliamo lo stesso Paolo Rossi non ne esisteranno più: appartengono al tempo felice della poesia, del romanticismo. I profeti della zona e del pressing hanno cambiato il modo di concepire e praticare il breriano sport più bello del mondo…”

Storie e miti dei mondiali1

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