Russia 2018 visto da Francesco Ratti

SEMIFINALI

Semifinali

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Francia-Belgio e Croazia-Inghilterra. Alzi la mano chi pronosticava queste due semifinali, all’inizio del torneo. Sudamericane escluse ai quarti, la favoritissima Brasile nemmeno tra le quattro: Russia 2018 è il mondiale delle sorprese, ma anche delle certezze.

Dei transalpini conoscevamo bene i valori tecnici, così come la caratura dei Diavoli Rossi, ma la vittoria per 2-1 contro la Selecao di Tite è una pagina da scrivere nei libri di storia del calcio, anche se personalmente reputo il risultato ingiusto. 

Molti hanno idolatrato le pericolose ripartenze di Hazard e De Bruyne, ignorando però le occasioni fallite dai verdeoro e un rigore solare non concesso a Gabriel Jesus; Bravo è stato Martinez a posizionare Fellaini a centrocampo, mentre Tite dovrà recitare il mea culpa per qualche scelta discutibile. 

Mentre il paese vive ore d’angoscia per la carcerazione di Lula, uno dei presidenti più amati della storia del Brasile, e il corrotto Temer al governo, l’ex tecnico del Corinthians rimane una delle poche certezze.

Dopo la controversa vittoria contro la Colombia, per gli inglesi sembrava scontata la presenza alle semifinali, complice una Svezia fin troppo appagata dal cammino mondiale. 

La squadra di Southgate continua a non piacermi, e spero che possa ricevere dai croati la giusta lezione di sport: i ragazzi di Dalic hanno dovuto sudare fino ai calci di rigore, per poter sconfiggere la generosa (e poco più) Russia di Cherchesov. 

Esaltati dalla stampa nel girone eliminatorio, i croati hanno faticato parecchio nei turni successivi, complice un attacco non certo stellare e qualche pecca difensiva; le garanzie di Dalic sono tutte nella zona centrale, dove spicca un Modric in versione Pallone d’Oro. 

Nel 1998, la Croazia esordiente ai mondiali giungeva alle semifinali, perdendo immeritatamente contro i padroni di casa della Francia, futuri vincitori del torneo, in campo, una generazione di campioni: Bilic, Stimac, Stanic, Jarni, Asanovic, Prosinecki, Boban, Suker. 

In panchina, l’ipernazionalista Blazevic. 

 Ora i croati potrebbero approdare alla finale con qualche campione in meno: che sia anche questo un segno dello scadimento del calcio negli ultimi anni?

 


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