Cento, mille, un milione di volte grazie ragazzi!

Grazie per l’anno che ci avete regalato, iniziato in sordina in agosto, con un gruppo nuovo, assemblato con tanto impegno, con i passi falsi delle amichevoli e del girone eliminatorio della Coppa Faveri, l’inizio stentato in campionato, la lunga rincorsa alla vetta della classifica, l’imperioso allungo da veri dominatori, fino a distaccare la seconda di ben sei punti dopo la metà febbraio, il periodo di black out, con tre punti in sette partite e lo show finale, per la prima volta senza l’assillo dei punti per la classifica - che ci ha portati a superare meritatamente un avversario che giocava la partita della vita per raggiungere un posto in semifinale - per salutare gli affezionati che in tribuna sostenevano la squadra con il cuore e che non sono mai mancati durante l’arco del campionato.

Ora tutto è compiuto, un paio di obiettivi sono ancora raggiungibili, ma quello più importante è sfumato e la società non si potrà fregiare del titolo di campioni provinciali juniores, che pure avremmo meritato.

Quest’anno ci eravamo posti tre obiettivi: il titolo di campioni provinciali, la Coppa Faveri e la Coppa disciplina, tutti e tre alla nostra portata, perché era stata costruita una rosa, a cominciare da un piccolo zoccolo duro di biancorossi doc, per lo più reduci dalla traumatica esperienza nel campionato regionale, con l’inserimento dei ragazzi che avevano disputato il campionato allievi nella Casalmorese e i nuovi arrivi da Gambara, Castellana, Carpendolo e Olimpia.

Una rosa che ben presto, anche senza la possibilità di attingere da una categoria allievi, è apparsa essere autosufficiente per sostenere tutti gli impegni dell’annata, amalgamata da una coppia di tecnici che ha saputo tenere unito il gruppo e che dal gruppo ha avuto le risposte migliori: massima educazione, assiduità e impegno negli allenamenti, affiatamento in campo e nello spogliatoio, rispetto per avversari, compagni, tecnici e dirigenti e tanta voglia di migliorarsi.

Un gruppo che ha dovuto confrontarsi non solo con gli avversari del girone, ma anche con qualche lungo infortunio, con qualche arbitraggio discutibile, con il problema dell’assenza di un campo d’allenamento durante l’inverno - problema che grazie agli sforzi dell’amministrazione comunale il prossimo anno non ci sarà - con le soste per il maltempo, che hanno danneggiato il ritmo vincente, e con le croniche carenze della prima squadra, che hanno pesato in maniera determinante proprio nel momento in cui bisognava amministrare il cospicuo vantaggio duramente guadagnato, privando il gruppo di elementi indispensabili in allenamento e in partita.

La gestione dei giocatori contesi tra prima squadra e juniores non si è dimostrata la scelta giusta e forse, ma con il senno di poi, è fin troppo facile a dirsi, la situazione avrebbe richiesto qualche riflessione in più sul numero e sui nomi dei tagli operati durante l’anno nella rosa della prima squadra, forse si sarebbe potuti essere meno passivi di fronte a giocatori a volte scontenti, trasferiti in estate o durante la corsa o che ad un certo punto hanno addirittura rinunciato, appendendo temporaneamente le scarpe al chiodo: per ognuno di questi inconvenienti l’ammortizzatore finale è stata la squadra juniores, nel nome di quel concetto, che spesso pare solo un luogo comune, secondo il quale “la juniores ha la funzione di serbatoio per la prima squadra”, che è un concetto che, applicato in maniera automatica, vanifica il lavoro di costruzione di una rosa, tiene in poco conto le esigenze dei tecnici e le aspettative dei giocatori e avalla comportamenti umorali, senza invece pretendere responsabilità da parte di chi, sentendosi all’altezza, ha accettato un incarico.

La juniores non ha la funzione di serbatoio della prima squadra, salvo occasionali emergenze e sottolineo occasionali, la juniores dovrebbe funzionare nella massima autonomia possibile, come le altre categorie, ed ha a mio avviso la funzione di far giocare e formare giocatori che alla fine dell’esperienza nel settore giovanile, potranno forse affacciarsi alle categorie superiori adeguate alle capacità dei singoli.

E’ un peccato che nessuno possa avere la facoltà di provare o smentire queste idee, ma al massimo possa averne di diverse o concordare, purtroppo il campionato non si può rigiocare e le scelte fatte in passato non si possono cambiare, come sempre senza ombra di polemica, ma con una forte spinta costruttiva, auspico che tutti noi facciamo tesoro di quello che, lavorando e sbagliando, abbiamo fatto e anche di quello che, ancora sbagliando, non abbiamo fatto.

Personalmente, più che le tante vittorie, di quest’anno ricorderò l’acqua, la neve e il freddo che ho preso volentieri con tutti voi sul campo ed i panini divorati insieme nello spogliatoio dopo gli allenamenti.

ANCORA CENTO, MILLE, UN MILIONE DI VOLTE GRAZIE RAGAZZI E UNA SPERANZA DI RIVEDERVI TUTTI INSIEME IL PROSSIMO ANNO.

 


Paolo


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