Francia 2016 visti da Francesco Ratti

TRA INCOGNITE E SORPRESE

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La rivalità tra Italia e Spagna trae origine dalle “Guerre d’Italia” del XVI secolo, in cui gli spagnoli si affermarono come la principale potenza continentale, ponendo gran parte dello “Stivale” sotto il proprio dominio per i successivi centocinquanta anni. Il duello, giunto fino ai giorni nostri, si è esteso pressoché a tutti gli ambiti: dalla politica all’economia, passando alla cultura e concludendo con lo sport. Negli ultimi otto anni abbiamo spesso pagato dazio con le “furie rosse”, complice l’inferiorità tecnica evidente agli occhi di tutti. Ora gli spagnoli sono giunti alla fine di un ciclo, causa l’avanzare dell’età di alcuni elementi chiave, e gli azzurri ne hanno approfittato immediatamente. La squadra di Conte gioca sull’agonismo, ma dopotutto non può fare altro: il materiale umano non è certo di prima scelta. Sabato il compito per la nazionale italiana sarà arduo: la Germania sta crescendo di condizione. Quattro anni fa si consumò la “Partita dello Spread”, dove gli azzurri presero metaforicamente a calci l’arroganza della signora Merkel, nel bel mezzo del Governo Monti. Sarà di nuovo così?

Altra gioia di serata è regalata dall’Islanda, che meritatamente sconfigge gli inglesi. Per la nazionale di Hodgson una Brexit anticipata, assurda per certi versi ma comprensibile per altri: la grande disponibilità di talenti poco collima con la mancanza di vero allenatore. I nordici, per i quali da tempo esprimiamo sincera ammirazione, esultano nell’attesa di affrontare i padroni di casa. La Francia è logicamente una delle favorite, non gioca un gran calcio ma dispone di talento e forza fisica. Contro l’Irlanda tutto cuore di Martin O’Neill, squadra davvero imbarazzante sul piano del palleggio, è bastato l’ottimo Griezmann. Per affrontare la compagine di Lagerback ci vorrà ben altro, anche perché gli islandesi sono schierati con un 4-4-2 ordinato e risultano imponenti sulle palle da fermo.

Nella parte più “semplice” del tabellone, spicca la vittoria del catenacciaro Portogallo di Fernando Santos, cui manca solo la clava tanto è arretrato il proprio gioco, contro la favoritissima Croazia di Modric. Brutta partita davvero quella di sabato, con i balcanici che stentano a fare calcio e i lusitani che si limitano a difendere. Ronaldo e compagni, a questo punto, hanno ottime possibilità di approdare in semifinale, vista la buona dose di fortuna e il tabellone non proprio proibitivo. L’ostacolo sarà rappresentato dalla Polonia, reduce da una partita equilibratissima contro la Svizzera, che attende ancora uno squillo di tromba da parte della coppia d’attacco Lewandowski-Milik.

Il Belgio, altra squadra per la quale abbiamo sempre mostrato ammirazione, batte con un perentorio 4-0 l’Ungheria e si candida come possibile finalista. Il risultato è a nostro avviso troppo rotondo, visto e considerato che nella prima frazione il match ci è sembrato equilibrato. Assistiamo finalmente alla resurrezione della gloriosa scuola danubiana, fatta di tocchi eleganti e giocatori che si muovono sulle note di un violino. Ci piace pensare a questo Europeo come un primo tassello di una vera rinascita sportiva. Nella seconda sfida-Brexit, come da pronostico, il Galles di Gareth Bale batte non senza difficoltà la vicina Irlanda del Nord, difensivista fino al midollo. Per testare le possibilità di vittoria dei diavoli rossi, ci basterà attendere il fine settimana.


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