Ancora un libro di grande pregio, di un ospite già presente in questa rubrica con altri titoli.
Darwin Pastorin rappresenta senza dubbio l’eccellenza del panorama letterario nazionale in tema di calcio: so di andare contro corrente, ma sono convinto che anche Giovanni Brera lo superi in fama solo per i neologismi – troppi per il mio gusto – con i quali sono infarciti i suoi scritti e per il suo narcisismo che riconduce tutto a quelle radici pavesi troppo ostentate, ma ad un certo livello le classifiche sono regolate esclusivamente dal gusto personale.
In Tempi Supplementari i momenti intorno e durante la partita sono raccolti in sette parti più una: in ciascuna di queste l’autore ci offre emozioni, spunti e notizie per farci vivere la nostra passione e il nostro gioco attraverso la sua passione, il suo gioco e la sua esperienza, condivisa con personaggi che hanno fatto la storia del calcio, in occasioni a volte private, a volte pubbliche, ma mai banali.
Ogni libro di Darwin Pastorin è una scoperta: ogni cosa e ogni persona vengono presentate per ciò che in realtà sono, senza reticenze, mai asetticamente, ma sempre attraverso la mente, gli occhi e il cuore di un grande intenditore di calcio e di un grande scrittore e giornalista, nella maniera più naturale, come è prerogativa di chi non ha nulla da dimostrare, da vendere o da nascondere.
Tu, Giovanni (1) mi hai insegnato ad essere bracconiere di tipi e personaggi, che la vita o è stile o è errore. E sei stato tu a farmi conoscere quell’argentino stellante, che fu centravanti in Patagonia, tra arbitri ubriachi e stopper poco rassicuranti (2)”.
“Quello del portiere è il ruolo più poetico e letterario: dal portiere caduto alla difesa di Umberto Saba all’elettroinstallatore Joseph Bloch di Peter Handke che fu portiere di qualche fama sino al tenero Go-gol di Jorge Amado.”
“Promisi al cielo di scrivere sempre il vero, a qualsiasi costo, contro l’ipocrisia del potere. Nella consapevolezza, maturata sin dal liceo, che non esistono poteri buoni. E così sarà, per sempre.”
“Dribbla tutta la difesa avversaria, anche il portiere e, invece di segnare, torna indietro e ridribbla tutti di nuovo! Un difensore, stordito dalla finta di corpo del prestigioso Mané, va addirittura a sbattere la testa contro un palo.”
“In tempi di doping, taciti accordi, violenza, offese che puzzano di razzismo, il pallone che vogliamo accarezzare è quello della memoria, dei giocatori che – anche per una sola partita – ci regalarono un sorriso.”
1 – Giovanni Arpino
2 – Osvaldo Soriano in Fútbol
A.C. Asola A.S.D.