Tango, Samba e Beat: pagine scelte

Perché "TANGO, SAMBA E BEAT: PAGINE SCELTE"

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  • TANGO, SAMBA E BEAT
  • PAGINE SCELTE

Sono gli elementi che racchiudono il motivo di una nuova rubrica, il suo nome, la sua funzione e i suoi contenuti.

Tango: l’anima ispanica del calcio, anzi, del fútbol dell’America Latina, Argentina e Uruguay tra tutte, la garra, la drammaticità, il ritmo.

Samba: l’anima brasiliana, l’altra America Latina, quella del futebol, del joga bonito, la fantasia e l’allegria che riempiono gli stadi di colori, suoni e balli.

Beat: l’anima del mondo anglosassone, il football, l’origine di tutto, la tradizione, l’agonismo, l’isolamento, il fair play, gli stadi senza recinzioni.

Tango, Samba, Beat, fútbol, futebol, football, solo alcune delle parole per indicare gli stessi concetti, ciò che cambia è il punto di vista, l’interpretazione: il modo di vivere la musica, come il calcio, come la vita.

La musica rispecchia l’anima della gente, non a caso questi tre generi musicali, come queste tre iniziali interpretazioni dello stesso gioco, sono sorti in quei paesi; essendo però gli stati dei sistemi sempre meno chiusi, tanto i generi musicali, quanto le espressioni del calcio, si sono poi progressivamente influenzati e incrociati a vicenda, con la rapidità sempre maggiore dell’informazione e con l’aumentare delle opportunità degli scambi.
Se vale la legge dell’economia, in base alla quale “la moneta buona caccia la cattiva”, anche il calcio si è sempre evoluto inseguendo i successi di una squadra, di una scuola, di una mentalità, per superare tappe, andare avanti, tornare indietro dopo qualche ripensamento, sempre in modo fluido e impercettibile, se non nel lungo tempo.
Natura non facit saltus, la natura non compie salti, lo diceva circa 2400 anni fa tale Aristotele, uno che rifletteva parecchio, e dopo di lui Lucrezio, che ha scritto molto sulla natura; nemmeno la musica e il calcio fanno salti: ogni cambiamento avviene per gradi e il percorso non è rettilineo ma tortuoso e ramificato.

Da ascoltare non ci sono solo tango, samba e beat: in alcuni momenti il calcio è stato valzer, fado, csárdás e più di recente flamenco, sirtaki e afrobeat, solo per citare alcuni esempi.
Per averne la percezione non c’è che visitare i mondi del calcio attraverso i racconti degli scrittori proposti in questa rubrica, ci farà comprendere come si sia evoluto il calcio di casa nostra, quali siano state le immissioni di elementi dall’esterno, come e quando questi siano stati introdotti o abbandonati.
Trapattoni e Sacchi, come il giorno e la notte, ma pur sempre massime espressioni nazionali del nostro gioco: le loro interpretazioni non hanno nulla di casuale o di innato, sono frutto di esperienza e di formazione, possiamo rendercene conto solo se abbiamo la possibilità di confrontare tanti punti di vista.

Pagine scelte: anche leggendo tra le righe, non troveremo nulla di strettamente tecnico o riservato agli addetti ai lavori, non si tratta di “coni e cinesini”, ma di catturare il senso del nostro gioco, esplorando nel tempo e nello spazio, senza spostarci dalla nostra poltrona, ma senza alcun limite e con il più ampio orizzonte possibile.

Non possiamo viaggiare nel tempo e oltre alla passione che ci accomuna, per lo più e per nostra fortuna abbiamo tutti una famiglia e un lavoro; da dilettanti non abbiamo quindi la possibilità di girare il mondo per analizzare le sfaccettature del calcio, ma possiamo verificarle, leggendo le opinioni di chi è in grado di raccontarcele e servendoci di testimonianze dirette.


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